Farra di Soligo -  Serpeggia malumore fra gli utenti del Centro prelievi di Soligo (nella foto), che brontolano per le lunghe attese per un prelievo di sangue.

Fin dalle prime ore del mattino, più di cento persone aspettano che appaia il tanto agognato numero rosso che indica il loro turno, in un interminabile conto alla rovescia che talvolta si protrae quasi fino a mezzogiorno.

Seduti, ma c’è anche qualcuno in piedi, si vedono anziani, genitori senza patente accompagnati dai figli, giovani costretti a telefonare al posto di lavoro scusandosi per l’inevitabile ritardo, perché l’attesa si sta protraendo più del previsto. Qualcuno infila la testa nella sala d’attesa e spaventato dal numero di persone se ne va. Un’umanità varia e inquieta: molti sbuffano, altri parlottano, qualcuno aspetta paziente e qualcun altro con l’aria ancora assonnata sbadiglia.

“Finisce sempre più spesso così. L’età – dice un distinto e anziano signore dai capelli radi – e qualche nuovo acciacco mi costringono a recarmi qui e sopportare queste lunghe attese. Il lunedì è il giorno peggiore. Per fortuna sono in pensione”. Seduta vicino all’anziano c’è una giovane impiegata che sbotta: “Appunto. Io invece lavoro ed ho dovuto chiedere un’ora di permesso. Chissà per quanto ancora ne avrò?”.

Infatti, la registrazione dei dati che precede i 130-140 prelievi giornalieri effettuati dal Centro prelievi di Soligo in Via dei Bert incombe su una sola segretaria. Poco più in là, due uomini di mezz’età parlottano fra loro: “E’ assurdo – afferma uno – dover perdere tutto questo tempo. Dovrebbero assumere qualcun altro per velocizzare tutte le operazioni”. Alle undici il distributore che assegna i numeri per l’ordine di arrivo è stato portato via già da un po’. Nella sala d’attesa ci sono ancora una decina di persone rassegnate.

Cirillo Lorenzetto