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14 ottobre 2024

Treviso

Ulss 2, “No ai tagli alle pensioni dei sanitari": sindacati dal Prefetto

Nuova mobilitazione a Treviso delle Rsu contro l'articolo 33 della bozza di Legge Finanziaria 2024 che prevede ridimensionamenti da 300 a 7mila euro

| Isabella Loschi |

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Rsu in Prefettura

TREVISO - Una delegazione della Rappresentanza Sindacale Unitaria della Ulss 2 Marca Trevigiana, in rappresentanza dei circa 10mila dipendenti dell’azienda, ha incontrato martedì 5 dicembre un delegato del Prefetto di Treviso Angelo Sidoti e consegnato una lettera per chiedere di farsi portavoce con l’esecutivo Meloni per eliminare dalla bozza della Legge finanziaria 2024 l’articolo 33, che prevede un importante ridimensionamento della quota retributiva della pensione, ovvero quella riguardante i contributi versati prima del 1996, per alcune categorie di dipendenti pubblici, a partire dai sanitari.

“La penalizzazione di migliaia di euro di pensione per centinaia di migliaia di lavoratori della sanità, degli enti locali e della scuola - si legge nel documento firmato dal coordinatore Rsu Aldo Lorenzon e dalla delegazione ricevuta dal Prefetto e composta da Francesco Rimpici, Luisa Codato, Carmen Amadio, Alessandro Zuliani e Nicola Marcato in rappresentanza di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursing up, Nursind e Fsi - appare incredibile a fronte delle dichiarazioni e degli atti del Governo che blandiscono gli stessi lavoratori rispetto alla necessità di alzare i loro miseri salari attraverso un anticipo del rinnovo contrattuale. Siamo di fronte alla mancia odierna per poi togliere una parte incredibilmente consistente del reddito di pensione domani”.

“Senza alcuna discussione - proseguono i rappresentanti dei lavoratori della Ulss 2 - senza alcun confronto con i lavoratori e con le parti sociali la semplice revisione al ribasso delle tabelle della quota A della pensione priverà migliaia di lavoratori dei settori pubblici di una parte consistente, da 300 a 7.000 euro annui, della loro futura pensione in base agli anni mancanti dal 1981 al 31/12/1995 per uno stipendio medio di circa 30.000 euro lordi all’anno. Questo era il Governo che prometteva equilibrio e giustizia sociale e il superamento dei vincoli eccessivamente penalizzanti della legge Fornero e sarà il Governo della pauperizzazione e della povertà pensionistica per migliaia di lavoratori del pubblico impiego, se questo taglio dovesse passare nella finanziaria 2024 o peggio nelle prossime finanziarie, poiché dovremmo convivere con una pesante minaccia al nostro futuro”.

“Da eroi anti-Covid - sottolinea la Rsu - da sostenere per le condizioni drammatiche in cui anche oggi lavorano, a lavoratori “traditi dall’azione di un Governo imprevedibile”, che si ritroveranno nuovi poveri a fare i conti con un taglio delle pensioni che renderà la sopravvivenza un esercizio quotidiano. La RSU, ricordando che anche alla Ulss2, già in forte carenza di personale del comparto e medico, molti dipendenti si stanno affrettando in questi giorni per lasciare il lavoro entro il 31 dicembre, aggravando una situazione già pesante per carichi di lavoro, chiede al Prefetto che si faccia portavoce presso il Governo per fermare questa “ignobile operazione”. “Non si decide il destino di povertà di migliaia di lavoratori in un articolo nascosto della legge finanziaria senza alcuna discussione e confronto con i lavoratori e i loro rappresentanti”, concludono i rappresentanti sindacali.


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