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18 aprile 2024

Oderzo Motta

UN CENTRO CONTRO IL DIABETE A MOTTA?

Lo ipotizza il noto geriatra Crepaldi

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UN CENTRO CONTRO IL DIABETE A MOTTA?

Motta di Livenza - Il professor Gaetano Crepaldi (nella foto), già ordinario di Medicina Interna all’Università di Padova e attuale direttore della Sezione Invecchiamento dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, è da oltre un anno vicepresidente del Consiglio d’amministrazione dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione di Motta di Livenza.

Insieme al presidente Carlo Valfré concorda sul fatto che, a fronte degli ottimi risultati di gestione della sperimentazione di Motta ed in vista dell’assetto definitivo che la Regione Veneto attribuirà entro l’anno all’Ospedale, la struttura debba puntare su un tipo di riabilitazione di alta specialità.

“La maggior parte dei pazienti che vengono ricoverati a Motta” osserva il Prof. Crepaldi, che è geriatra di fama internazionale, “ha più di settant’anni di età e, oltre alla patologia specifica che è causa del ricovero, è affetta da una o più malattie complesse legate all’invecchiamento. Un esempio: chi viene ricoverato nell’Unità di Cardiologia riabilitativa, diretta dal dottor Giuseppe Favretto, viene sottoposto ad una valutazione multidimensionale, che evidenzia spesso la necessità di intervenire su altre patologie.

Oltre la metà di questi pazienti è affetta anche da patologie muscolo-scheletriche (osteoporosi, osteopenia, osteomalacia, artrosi), che ovviamente influenzano negativamente la possibilità di recupero funzionale. Da qui la necessità di nuove strumentazioni, come un densitometro, che permetterebbe la valutazione diagnostica e, quindi, la pianificazione di interventi adeguati a prevenire la più temibile e debilitante delle complicanze, ossia la frattura da fragilità.

Ci proponiamo” dice ancora Crepaldi “di progettare una nuova Unità muscolo-scheletrica che andrà ad aggiungersi a quelle già operative e che contribuirà ad un miglior inquadramento e monitoraggio dei pazienti afferenti per programmi di riabilitazione fisica”.

Ma, secondo Crepaldi, Motta potrebbe dotarsi di un’altra importante specializzazione riabilitativa, di cui il territorio opitergino-mottense è carente: quella che si rende necessaria in seguito alle complicanze del diabete.

“Il servizio di diabetologia più vicino” spiega “è a Treviso, ed è sovraffollato. L’offerta di una valutazione delle gravi complicanze di questa malattia cronica, e alla programmazione di interventi di terapia riabilitativa possono incidere profondamente nel migliorare il decorso della patologia. Se si considera, per esempio, che il piede diabetico è tra le malattie più invalidanti e può portare spesso all’amputazione degli arti inferiori, risulta chiaro che una diagnosi tempestiva di questa complicanza e un trattamento adeguato potrebbe avere un impatto fondamentale sullo stato di salute e sulla qualità di vita dei pazienti.

In questo settore, l’Ospedale di Motta potrebbe diventare un importante punto di riferimento non solo nel trevigiano, ma anche per il resto del Veneto. Presso la Casa di Cura di Abano Terme [che è uno dei partner privati del nosocomio mottense] le liste d’attesa per la cura del piede diabetico sono lunghissime e sarebbe auspicabile poter disporre di un altro centro qualificato, che possa contare sull’esperienza e professionalità già acquisite ad Abano.

In definitiva,” conclude Crepaldi, “siamo orientati ad impostare il futuro dell’ospedale di Motta su quattro Unità Operative di alta specializzazione: cardiologica, neurologica (Unità gravi cerebrolesioni), muscolo-scheletrica e diabetica, lasciando la Medicina Interna alla vicina Oderzo, dove peraltro è gestita con risultati eccellenti.

Ciò risponderebbe in maniera appropriata alle esigenze del territorio, secondo una strategia di perseguimento di livelli di eccellenza clinico-ospedaliera, già propria dell’Ospedale riabilitativo, che finora ha portato ottimi risultati”.

“La crescita della nostra struttura, anche dal punto di vista occupazionale, rende oggi necessaria una gestione sempre più professionale delle risorse umane” aggiunge il direttore generale Alberto Prandin.

“Abbiamo perciò assegnato l’incarico di ‘responsabile della gestione e sviluppo risorse umane e organizzazione’ alla dottoressa Sabrina Matteazzi, che ha preso servizio il 1° maggio scorso. Si tratta di un ruolo che prevede il diretto riporto alla Direzione generale e, nella sostanza, è finalizzato a coordinare lo sviluppo organizzativo della struttura ospedaliera”.

Sabrina Matteazzi ha sviluppato una notevole esperienza di gestione del personale nel settore privato, ed è attualmente assessore alla Cultura del Comune di Motta.

 


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