Un murales nel sottopasso di Guarda a Montebelluna
Un’opera nata nell’ambito del progetto “Ritorno alla realtà” ideato per sostenere i giovani più isolati nel percorso di riscoperta delle relazioni in presenza
MONTEBELLUNA - Nel sottopasso di Guarda di Montebelluna nei giorni scorsi è comparsa una carpa koi. Un luogo inconsueto per un pesce, ma quello che conta è il suo significato simbolico. La carpa giapponese è infatti simbolo di forza e coraggio ed è il disegno scelto per il murales eseguito da alcuni giovani del territorio che stanno partecipando al progetto "Ritorno alla realtà" pensato per sostenere i giovani nel percorso di riscoperta delle relazioni in presenza. Alla sua prima edizione, il progetto è promosso dai 29 Comuni dell’area dell’ex Ulss 8 con l’Amministrazione Comunale di Montebelluna capofila, finanziato dal bando Piano Territoriale per le Politiche Giovanili della Regione Veneto e coordinato dalla cooperativa La Esse.
I Piani nascono per la promozione delle politiche giovanili e lo fanno ponendo l’accento sulla fascia d’età, che non supera i 30 anni e toccando temi importanti per lo sviluppo del benessere giovanile. Partito a gennaio, l’intervento educativo si pone l’obiettivo più ampio di prevenire il disagio con particolare attenzione ai minori che hanno vissuto isolati durante l’emergenza causata dalla pandemia. Nello specifico l'intervento diventa azione educativa che sottolinea l'importanza di recuperare spazi di relazione e socialità ai minori che durante il lockdown e i mesi successivi non sono riusciti a rimettersi in gioco e ora faticano a reinserirsi nei contesti sociali. Il target fa riferimento ai giovani nella fascia d'età 14-18 anni, residenti nei 29 Comuni. L'obiettivo è prevenire ulteriori forme di disagio e coinvolgerli gradualmente dentro processi partecipativi e di empowerment tra pari, attraverso opportunità aggregative e di socializzazione.
La scelta di realizzare il murales nel sottopasso di Guarda è stata condivisa anche dalla giunta comunale così, dopo aver contatto i writers locali, lo spazio è stato prima sbiancato e poi tracciato dal famoso writer Aldo Rebuli, e poi gli 8 ragazzi in due diversi momenti hanno completato l’opera preferendo, per ragioni ecologiche e di salute, il pennello alle bombolette spray. Per questo il percorso sperimentale, durato circa sei mesi e che vede 22 giovani coinvolti, si è sviluppato in forte connessione con il Consultorio Giovani e il Progetto Icaro dell'Aulss, i Servizi Sociali dei Comuni, le Scuole superiori, il CPI, le famiglie del territorio, le associazioni e il volontariato.