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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Un tetto per Natale

Un appello a cittadini e associazioni per aprire le porte a quattro ragazzi senza casa

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Un tetto per Natale

VITTORIO VENETO - E’ stato necessario un lucchetto per la bici, una delegazione di profughi, una squadra unita e combattiva ma, alla fine, il Comune si è reso ben disponibile ad aiutare quei ragazzi che, ottenendo il diritto di rimanere in Italia hanno perso quello di essere ospitati. La legge parla chiaro: quando un migrante ottenete il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria non può più vivere a carico di quelle strutture che, da richiedente asilo, gli avevano fornito vitto, alloggio, servizi, formazione.

 

Nei giorni scorsi Abdulie, Keita, Mamadou, e Isifa sono stati espulsi dal Ceis e ospitati, grazie alla battaglia portata avanti dagli stessi ragazzi aiutati da Pier Lorenzo Parrinello del Gallo Rosso, da don Ermanno, parroco di Sant’Andrea. Oggi però i ragazzi, come da accordi con il sacerdote e gli interventi sociali, sono di nuovo su una strada e pare che le strutture di accoglienza della zona siano già sature.

 

“Questa mattina siamo tornati agli interventi sociale - racconta Parrinello - Ci avevano promesso che si sarebbero dati da fare per trovare una sistemazione per i ragazzi. Così è stato ma purtroppo dalle strutture della zona le risposte sono state negative: non c’è spazio. Ciò che ci hanno offerto è di trovare associazioni o singoli che si rendano disponibili ad ospitare questi ragazzi almeno fino a fine anno. Chi aprirà le porte della propria casa avrà un aiuto economico dal Comune, mentre noi del Gallo Rosso ci rendiamo disponibili a gestire le pratiche e i passaggi necessari all’accoglienza”.

 

Ad aver bisogno di un letto per il periodo natalizio sono Abdulie, 22enne del Gambia, Keita, 22enne del Mali, Mamadou, 19enne della Costa d’Avorio e Isifa, 36enne della Costa d’Avorio. L’appello è rivolto a tutti i cittadini e potrebbe essere una grande opportunità: un’azione altruista, ma anche una possibilità di crescita. Un modo per aiutare e aiutarsi, per conoscere altre culture, per condividere pasti e esperienze.

“Il problema si pone giù da questa notte - riferisce Parrinello - Il Comune si è dimostrato disponile ad aiutarci e anche al Ceis abbiamo avuto le nostre vittorie: chi ha ottenuto il permesso di soggiorno della validità di due anni potrà rimanere nella struttura di Serravalle finché non saranno arrivati i documenti definitivi. Si tratta di uno, due mesi…il tempo necessario perché i ragazzi possano guardarsi intorno. Purtroppo non avranno lo stesso trattamento quelli che hanno avuto il permesso valido 5 anni. Non si capisce perché, ma questi non potranno contare su un ulteriore periodo di accoglienza”.

 

I quattro ragazzi sono rimasti senza casa nei loro paesi di origine, dove guerre civili, dittature, scontri, povertà li hanno costretti a una migrazione forzata. E ora sono senza casa qui, nel paese dove credevano di trovare la salvezza. Nel paese che ha scongiurato loro la morte ma che ora deve darsi da fare per permettere loro di vivere.

 



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Stefania De Bastiani

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