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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

UNA COLLETTA EUROPEA PER FILMARE IL CONSIGLIO COMUNALE

Il veto alle videocamere spinge alla disobbedienza. E da Londra c'è chi si offre di pagare un legale

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UNA COLLETTA EUROPEA PER FILMARE IL CONSIGLIO COMUNALE

Vittorio Veneto - Ci vietano le telecamere? E noi ci autotassiamo per pagare un avvocato che ci difenda.

Mica è finita. Sia chiaro. La vicenda che un paio di sere fa ha visto i grillini uscire forzatamente dall'aula consiliare di Vittorio Veneto perché intenzionati a riprendere la seduta del Consiglio comunale, non è arrivata all'epilogo. Tutt'altro. Il tam-tam sul veto, da un paio di giorni, risuona su OggiTreviso (dove i commenti dei lettori si riconcorrono), ma anche sul Blog di Beppe Grillo (in foto), dove dalla Sicilia a Firenze, dalla Lombardia  alla Campania, c'è chi dice no al divieto di videoriprendere pubbliche sedute consiliari.

Tra i post arrivati a OggiTreviso segnaliamo quello del direttore di Pnbox (tivù online di Pordenone) che sottolinea di essere pagato per videoriprendere le sedute del consiglio comunale; di un lettore di Prato (Firenze) che invita a verificare se tutto quanto fa amministrazione pubblica sia davvero sotto norma di legge, di un anonimo lettore vittoriese che sottolinea come chi fa informazione con le telecamere sia analfabeta (se lo sa Bruno Vespa so' guai) e che invita i lettori a leggere solo tribuna e gazzettino-tutto-in-minuscolo.

Interessanti sulla faccenda sono però anche i post apparsi sul blog di Beppe Grillo, visto che sono stati proprio i proseliti del comico genovese (i "grillini") a tentare di aprire un occhio (elettronico) sul consiglio comunale vittoriese. Dario Remigi, da Londra, posta addirittura una proposta:

"Basta con le chiacchiere. Servono fatti. Colletta on line per assistenza legale agli amici di Vittorio Veneto. Subito. Io ci metto i primi 100 euro: dariorem@hotmail.co.uk per chi e' interessato. Prima di morire di bile voglio togliermi due o tre soddisfazioni!"

Insomma l'emigrato italiano propone una colletta per pagare eventuali spese legali consguenti alla crociata per un'informazione più trasparente. E, a quanto pare, la sua proposta è già sottoscritta.

Del resto, è difficile, ma proprio difficile pensare che in tempo di reality televisivi (personalmente sono immune dalla patologia, ma so di non-far-testo), le videocamere, piccole, innocue, silenziose-ma-preziose, possano essere oscurate proprio là dove servirebbero di più. E poi è difficile, ma proprio difficile pensare (anche se fa moda), che il proibizionismo serva davvero a proibire.

edr

 

 


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