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27 settembre 2024

Vittorio Veneto

"Una tragedia che ha toccato tutti noi"

Lo psicologo Michele Canil commenta la vicenda di Susanna Recchia e della piccola Mia

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Susanna Recchia

La vicenda di Susanna Recchia e della piccola Mia, morte abbracciate nel Piave e trovate senza vita qualche giorno dopo, ha scosso l’intera provincia di Treviso. Di seguito pubblichiamo un contributo del dottor Michele Canil, psicologo, psicoterapeuta e neuropsicologo che opera a Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto.

 

Una tragedia che ha sicuramente toccato tutti noi, non solo come singole persone ma anche nei nostri diversi ruoli perché ciascuno di noi è anche amico, genitore, marito, moglie o figlio. L'aspetto della solitudine nella sofferenza rimane sempre un punto importante, sia come prevenzione che come tentativo estremo di salvare una situazione in cui qualcuno intravede come unica possibilità quella di uscire di scena. Questo è probabilmente quello che ha fatto riflettere tutti noi su questa scelta così drammatica, in cui nonostante la società odierna ed i media sembrino dirci che possiamo comunicare e rimanere connessi con facilità, ci troviamo assolutamente in uno stato di pericolosa solitudine relazionale e comunicativa dell'essere umano.

 

Ciò purtroppo non fa che accentuare le situazioni di difficoltà ed ostacoli da affrontare in cui ci sentiamo molto soli e dove magari c'è una predisposizione agli aspetti depressivi, che con alta probabilità fanno parte della vita di altre persone che hanno scelto questo gesto estremo. Questi tratti diventano purtroppo terreno fertile. Ricordiamo sempre come ci sia il dolore, non solo della persona che arriva al punto di fare una scelta così drastica, ma anche di tutti coloro che le sono stati accanto e che devono comunque fare i conti non solo con la perdita ma anche con la propria coscienza; perché poi diventa spesso un tormento pensare a quali alternative si sarebbero potute mettere in campo. Come familiari o persone vicine affettivamente, spesso ci si chiede se avremmo potuto o meno deviare gli esiti; ci si chiede se un piccolo gesto avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.

 

Spesso purtroppo la statistica clinica su questi eventi non ci dice molto, però dobbiamo essere tutti molto attenti alle situazioni più a rischio e tentare di dar voce alle richieste di aiuto più o meno nascoste. In futuro dovrà essere ancora più efficace la nostra capacità di prevenire questi esiti, ricordandoci anche che l'OMS ha ribadito come la depressione sarà il secondo disturbo a livello mondiale nei prossimi anni.

 

Michele Canil

 


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