Unabomber, Zornitta: "La vicenda ha travolto la mia famiglia"
È il principale sospettato, finora nessun risarcimento
| Ansa |
PORDENONE- Bisogna chiedersi "se le indagini si riaprono in base a nuovi elementi oppure solo per una richiesta. Perché se così fosse, per quale motivo non si è continuato a indagare? Significherebbe che si è perso solo del tempo". A domandarselo è Elvo Zornitta, l'ingegnere di origini bellunesi, che vive ad Azzano Decimo (Pordenone), principale sospettato di essere Unabomber, poi scagionato. Zornitta è stato intervistato al Piccolo subito dopo la notizia della intenzione della procura di Trieste di riaprire il caso Unabomber. "Ho perso la speranza che lo trovino. Anch'io sono vittima di Unabomber.
Non sono rimasto mutilato fisicamente, ma le ferite dell'inchiesta che mi ha travolto sanguinano ancora", ha riferito al Piccolo sottolineando che il coinvolgimento nella vicenda gli ha fatto perdere il lavoro e accumulare debiti per pagare avvocati e periti. "Anche i miei genitori sono stati vittime", "segnati da questa vicenda". E in merito al risarcimento, afferma: "Il tribunale mi ha riconosciuto in maniera estremamente parziale un risarcimento. Ma si è messo di mezzo l'avvocatura dello Stato che ha presentato ricorso per non pagare nemmeno quel poco che mi era stato riconosciuto".
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