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16 aprile 2024

Nord-Est

Veneto, zona più inquinata d'Europa

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Veneto, zona più inquinata d'Europa

PADOVA - Nella lotta all'emergenza inquinamento, Padova è maglia nera in Europa sul fronte dell'ozono: la città veneta nel 2011 ha registrato 104 giorni di superamenti del limite Ue, seguita da Pavia, Reggio Emilia, Treviso e Parma, Verona e Varese. L'Italia detiene anche il record dei livelli di ozono troposferico, segnando valori oltre tre volte più elevati rispetto alla soglia.

 

E' quanto emerge dai dati dell'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea) sulla qualità dell'aria, che vede 23 città italiane nei primi 30 posti della classifica Ue degli sforamenti del limite per questo inquinante, pericoloso per la salute. Nord Italia e Sud della Francia risultano le aree più colpite dall'ozono troposferico, che si forma a seguito delle reazioni fra vari inquinanti provenienti da diverse fonti, come la combustione di carburanti fossili, il trasporto stradale, le raffinerie, vegetazione, discariche, reflui, bestiame e incendi. In presenza di caldo e luce solare si scatenano queste reazioni, quindi si tratta di un problema tipico dell'estate, specie nel Sud Europa.

 

Ma l'Italia nel 2011 è stato anche uno dei Paesi europei a superare più spesso il limite Ue della media annuale per le famigerate Pm10 (polveri sottili) e Pm 2,5 (polveri ultrafini), insieme a Polonia e Slovacchia. Per quanto riguarda le polveri sottili (Pm10), al dodicesimo posto della classifica Ue c'è Monza (121 giorni di sforamenti nel 2011), tallonata da Brescia (113), poi Cremona (109), Vicenza (107), e Torino (105), ancora Padova (93) e poi Venezia (85). Il caso Italia non è isolato: oltre il 90% degli europei che vive in città respira un livello troppo elevato di polveri ultrafini (fino al 96% dei cittadini Ue per le Pm 2,5) e di ozono (fino al 98%), considerando per il periodo 2009-2011 le soglie limite dall'Organizzazione mondiale della sanità, spesso più severe rispetto a quelle dell'Ue.

 

Primo indiziato delle emissioni killer il traffico, poi l'industria, l'agricoltura e le abitazioni. Il commissario europeo all'ambiente, Janez Potocnik, si dice ''pronto a rispondere'' all'emergenza con l'arrivo di nuove regole entro l'anno. L'inquinamento dell'aria ''è la prima causa ambientale di morte nell'Ue, con oltre 400mila decessi prematuri nel 2010, cioè più di dieci volte le vittime di incidenti stradali'' ricorda Potocnik. ''Si tratta - ha aggiunto il commissario Ue all'ambiente - di un costo enorme per la salute dei cittadini e per l'economia'', con 100 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno, cioè 15 miliardi di euro di produttività in meno. A questi costi vanno aggiunti ''4 miliardi di euro in termini di assistenza sanitaria, per i ricoveri'' ha detto Potocnik

 



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