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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Vittoriese bloccata a Bruxelles: "Oggi avevo l'aereo per tornare a casa"

Chiara Betto e Giorgia Vazzoler si raccontano. A pochi passi dagli attentati

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

VITTORIO VENETO/CONEGLIANO - Sarebbe dovuta tornare oggi a Vittorio Veneto, Chiara Betto, ma i tragici eventi di questa mattina l’hanno bloccata a Bruxelles. Città dove vive e lavora. Città che ama, nonostante tutto. Nonostante oggi. “Bruxelles mi ha rapita da un anno: amore e lavoro sono qui - racconta Chiara - E sia io che il mio compagno, entrambi trentenni e vittoriesi, siamo ben felici della nostra scelta di trasferisci. Bruxelles è una città grandiosa e ci sta offrendo molto. Purtroppo è stato anche un anno caratterizzato da eventi tragici: Charlie Hebdo a gennaio, poi il 13 novembre, che hanno portato al Bruxelles LockDown con stato di allerta massima per la prima volta in questo Paese. Ed infine oggi. Oggi avremmo dovuto prendere l'aereo per rientrare a casa per la Pasqua”.

 

Come hai saputo degli attacchi?

“Erano le 8.30 questa mattina quando il mio telefono ha cominciato a squillare ininterrottamente, era mio fratello spaventato che mi chiedeva se ero in aeroporto. Io ancora non ero al corrente di niente, ero ancora a casa e ho seguito da subito La Une, il primo canale belga, e ho realizzato man mano cosa stava accadendo. L'attacco in metropolitana l'ho appreso in diretta. Sono stata contattata dall'università che comunicava l'annullamento delle lezioni. Poi dalle decine e decine di chiamate e messaggi di famigliari e amici e infine dal Ministero degli Esteri Italiano che ci invitava a non effettuare spostamenti e rimanere in casa al sicuro”.

 

Com’è oggi Bruxelles?

"Durante i giorni del Bruxelles Lock Down sembrava di vivere in una città fantasma. Mezzi di trasporto fermi, tutte le attività commerciali chiuse, poche persone in giro per la città. Regnava il silenzio suggellato dalla neve che sembrava fosse scesa per immortalare il momento. Oggi è diverso. È un andirivieni di sirene all'infinito. C'è molto panico. Ci è crollata l'unica sicurezza che un po' tutti avevamo... e sbagliavamo. Sbagliavamo a pensare di poter stare più sicuri, che i controlli fossero aumentati. Abbiamo ora prova che non si può mai abbassare la guardia, nemmeno per un istante".

 

“La città è bloccata - racconta Giorgia Vazzoler, coneglianese - E’ tutto chiuso; strade, negozi, tutto. Ci sono solo ambulanze, sirene, elicotteri e militari. Ci hanno dato l’ordine di non uscire”. Giorgia vive a Bruxelles da tre anni, si occupa di marketing per una multinazionale e oggi si trova in una città blindata, vicinissima al teatro di un attentato che ha scosso l’Europa. “Stavo chattando con il mio ragazzo - racconta Giorgia - questa mattina intorno alle 8, quando mi ha scritto di guardare le news, che c’erano state delle esplosioni all’aeroporto. Nessuno sapeva cosa aspettarsi: io ho deciso comunque di lavorare da casa e dopo mezz’ora ci sono state le esplosioni alla fermata della metro di Maalbeek, che si trova a 300 metri da casa mia. Lì si è capito che la situazione stava degenerando”.

 

Hai paura?

“Sono scossa, certo. Come lo ero a novembre. Da allora ci sono sempre militari in tutte le principali stazioni. Ti senti protetto, ma non è sufficiente. Ci sono stati periodi in cui non si andava più a mangiare fuori, o nei locali, poi la situazione è tornata piano piano alla normalità. Abbiamo cercato in qualche modo di dimenticare, di non pensarci, e oggi una nuova batosta”.

Ora si ricomincerà ad avere paura?

“E’ normale, ma è difficile dire in che modo e fino a quando”.

Hai intenzione di tornare in Italia? “La mia vita e il mio lavoro sono qui: ho colto al volo un’opportunità e ora ho un contratto a tempo indeterminato”.

 

Nemmeno Chiara è intenzionata a lasciare Bruxelles: “Io amo questa città tanto quanto amo Vittorio Veneto. Ma ora la mia vita è qui, e non è giusto farsi prendere dallo sconforto o dalla paura. Quello che è successo qui oggi è successo a Londra, a Madrid... può succedere ovunque. Spero solo in una maggiore collaborazione tra i Paesi Europei, mi piacerebbe ci fosse una vera e propria strategia, un'analisi approfondita della situazione e delle azioni da mettere in pratica. Ma purtroppo mi sa che la strada da percorrere è ancora troppo lunga".

 

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