VITTORIO VENETO - L’articolo sul campionato spontaneo di cricket che al far della primavera ha preso il via sul pratone della Fenderl, fra ragazzi perlopiù bengalesi, ha suscitato alto gradimento ma qualche perplessità sulla tesi in esso esposta, cioè che questo sport, diffusissimo nel mondo, sia collocabile nello stesso albero genealogico che ospita anche il vittoriese pìrol-pàrol, ove casomai resta controverso quale dei due giochi sia il più vicino al zòc, cioè sia nato prima.

Il pìrol è da tempo scomparso dalle piazze cittadine invase dalle auto, in un’epoca in cui i ragazzini i giochi li fanno sul te-efonìn che non giova al fisico, spersonalizza e crea dipendenza. A chi leggendo la su esposta tesi ludico-evoluzionista esprime le sue perplessità o perfino scherno, ricordiamo che il letterato serravallese Alessandro Citolini ancora nel 1561 parla del pàndolo, uno dei sinonimi ancora in voga del nostro gioco, mentre la prima citazione del cricket appare in Inghilterra più tardi, nel 1597!

E ricordiamo che il pìrol è curiosamente chiamato così unicamente a Vittorio, mentre ha altra denominazione già nei comuni confinanti ed in tutto il Veneto orientale, in Friuli fino all’ ex Jugoslavia e ad ovest: Verona, Bergamo, in Piemonte. Perfino in Toscana, Emilia, Sicilia. Non proprio banale, dunque, la questione; almeno per chi si interessa anche a questi aspetti della storia minore. Sarebbe da sviscerarla, soprattutto per custodire le regole del gioco che, incluse varianti, sono più raffinate di quel che si può immaginare e che altrimenti rischiano di svanire con gli ultimi testimoni.

Non bisognerebbe butàr via gnént di quel che rappresenta storia, tradizione e carattere vittoriesi. Se poi le ricerche supportassero la tesi della primogenitura del pìrol pàrol sul cricket avremmo fatto tombola! Oltre che a Città della Vittoria, d’Arte, del Verde, delle Acque, del Violino, dei Cori, dello Sport diventeremmo anche la CITTA’ DEL PIROL PAROL. Non sarebbe un blasone originale?