VITTORIO LIBERA. NOVANT'ANNI FA
Storia (e protagonisti) di una celebrazione che -ogni 10 anni- chiama in città il Presidente della Repubblica
Vittorio Veneto - Vittorio Veneto celebra il 90° della fine della Grande Guerra e lo fa come ormai consuetudine per le scadenze decennali, con la partecipazione del Capo dello stato. Tutti i sindaci in carica nelle varie scadenze, di qualsiasi appartenenza politica, si sono preoccupati di assicurarsi la presenza della più alta autorità nazionale alle manifestazioni celebrative. Solo due volte ciò non è avvenuto: nel 1938 e nel 1948.
Solo i vittoriesi oggi centenari o quasi possono vantare di essere stati presenti al primo decennale solennemente celebrato dal Re Vittorio Emanuele III, allora gratificato del titolo popolare di Re soldato. Era allora podestà l’avv. Nicolino Vascellari. Invece sono ancora diversi che ricordano le solenni manifestazioni del ventennale della vittoria (1938) in un clima trionfalistico e partecipato, a coronare la presenza del Principe di Piemonte, in rappresentanza del re, di centinaia di bandiere di combattimento, confluite al teatro Rossini trasformato in sacrario, di generali comandanti le truppe combattenti e di Grandi mutilati e invalidi come Carlo Delcroix che tenne l’orazione ufficiale e di numerosi ex combattenti. Era Commissario prefettizio il cav. Aldo Marinotti.
Nel secondo dopo guerra – proclamata la Repubblica – il terzo decennale si celebrò in tono minore anche a Vittorio Veneto, con sindaco Giovanni Poldelmengo, date le condizioni del paese. La prima volta di un Presidente della Repubblica fu il 1958 con Giovanni Gronchi: la ricostruzione del Paese era già visibile e fu l’occasione anche per mostrare all’Italia le nuove forze armate con una parata militare favorita dall’insediamento in città del V Corpo d’Armata, e segnare il nuovo clima popolare con il corteo delle autorità che accompagnavano il Presidente – il presidente del consiglio dei ministri Amintore Fanfani e il presidente della Camera Giovanni Leone con altri ministri e parlamentari - per le vie cittadine dal municipio al Museo della Battaglia dove si concluse la cerimonia. Gli onori di casa furono svolti dal sindaco Ferruccio Faggin.
Sopra: 1958 - l’arrivo del Presidente delle Repubblica Giovanni Gronchi alla stazione ferroviaria
Poi nel 1968 nel cinquantesimo della vittoria ci fu la presenza di Giuseppe Saragat con l’inaugurazione del Monumento (finalmente) ai Caduti: era la seconda visita di Saragat che si era fermato due anni prima in occasione del suo viaggio nel Veneto. Ad accoglierlo il sindaco Aldo Toffoli. Anche questa volta le celebrazioni furono particolarmente partecipate specialmente da comitive di ex combattenti da tutta Italia in riconoscenza alla città che aveva conferito loro la cittadinanza onoraria. Riconoscimento, che si suppone, abbia suggerito al governo a sua volta di onorarli con il titolo di “Cavalieri di Vittorio Veneto”.
Nel 1978 fu la volta del popolarissimo Sandro Pertini col sindaco Giorgio Pizzol. Nel 1988 toccò al Sindaco Mario Botteon accogliere Francesco Cossiga, ma l’invito era stato fatto dal suo predecessore Franco Concas. Dieci anni fa, 1998, fu il Sindaco Antonio Della Libera ad accogliere il Presidente Oscar Luigi Scalfaro e lanciare la proposta di istituire l’onorificenza “Cavalierato della Pace”.
Sopra: 1978 - il sindaco di Vittorio Veneto Giorgio Pizzol parla dal palco delle autorità durante la commemorazione. Dietro di lui sulla destra il Presidente delle Repubblica Sandro Pertini
Dopo il ’68 le celebrazioni decennali si sono svolte sempre più in una atmosfera di ricordo dei Caduti e di propositi di mantenere la pace tra tutti i popoli piuttosto che esaltare le vicende belliche. I vittoriesi però hanno un motivo in più per celebrare la data del 4 novembre: la riconoscenza a tutti i combattenti per avere liberato la popolazione di allora dall’invasore dopo un anno oltremodo terribile di umiliazioni, fame e lutti, e merita attenzione tutto ciò che ricordi alle giovani generazioni che non hanno sentito raccontare direttamente dai parenti le vicissitudini di quei 12 mesi, come i diari che ancora oggi vengono alla luce. Anzi il giorno da celebrare per i vittoriesi è il 30 ottobre quando le truppe italiane entrarono a Vittorio finalmente liberata.
Dario De Bastiani