Vittorio Veneto, colpo di scena: ritirato l’unico punto all’ordine del giorno del consiglio comunale straordinario
Bisognava parlare “con urgenza” dell’acquisto del teatro Da Ponte, ma non erano stati fatti i conti con l’IVA
VITTORIO VENETO - Era stato convocato per ieri sera, mercoledì 19 aprile, il consiglio comunale straordinario a Vittorio Veneto, per discutere dell’acquisto da parte del Comune del teatro Lorenzo Da Ponte. La cifra pattuita con la Fondazione Cassamarca, ora proprietaria dell’immobile, era di 2,5 milioni di euro, ma non comprendeva l’IVA del 22%. Ieri sera il sindaco Antonio Miatto ha per questo chiesto il ritiro dell’unico punto all’ordine del giorno: 3 milioni di euro per il teatro Da Ponte potrebbero essere troppi per il Comune. Per le minoranze, che si erano già dichiarate contrarie alla convocazione d’urgenza del consiglio, quella della giunta è stata una “scelta imbarazzante”.
“Dopo aver convocato con urgenza, pur non essendoci i requisiti, il Consiglio Comunale e aver rifiutato la proposta delle minoranze di posticiparlo di due giorni per approfondire i dubbi lasciati aperti dalle due perizie commissionate dall’Amministrazione, la maggioranza ritira il punto ammettendo candidamente di non aver tenuto conto del fatto che potesse essere applicata l’IVA sulla vendita, - scrivono in una nota congiunta i consiglieri di opposizione Balliana, De Antoni, De Bastiani, De Nardi, Dus e Tonon - L’IVA, tenendo conto del valore di vendita proposto dalla maggioranza, ammonterebbe a oltre 500.000 euro". "Avremmo voluto discutere il punto all’ordine del giorno dal momento che l’Amministrazione ha presentato due perizie una del valore di 1,5 milioni e l’altra praticamente da 3 milioni di euro. Lo ribadiamo - concludono i consiglieri -: siamo favorevoli a che la Città acquisisca il Teatro ma vogliamo che ciò avvenga ad un prezzo equo e senza bloccare le opere urgenti che da anni la Città attende, come la sistemazione delle piscine, la biblioteca, le asfaltature o le frane”.
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