Vittorio Veneto, il gestore del bar: "Non controllerò i green pass dei miei clienti"
Il punto di vista di Riccardo Da Boit, titolare della caffetteria Goppion di Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO - “Non controllerò i green pass dei miei clienti”. Riccardo Da Boit, titolare della caffetteria Goppion di Vittorio Veneto, appartiene al nutrito gruppo di esercenti italiani che si sono schierati contro il “lasciapassare verde”. Il 6 agosto il green pass diventerà obbligatorio: servirà per accedere a piscine, palestre, ristoranti (al chiuso), spettacoli.
Saranno i ristoratori, i baristi e gli esercenti stessi ad eseguire i controlli utilizzando “VerificaC19”, la app sviluppata dal Ministero della Salute. “Se i miei clienti mi diranno di essere in possesso del green pass, mi fiderò - continua Da Boit -. E’ un provvedimento voluto dal Governo, lo Stato deve prendersi la responsabilità di fare i controlli”.
Tanti ristoratori, infatti, non vogliono trasformarsi in “pubblici ufficiali”. “Mi sentirei a disagio nel chiedere il green pass, non è compito mio. Non ritengo di avere il potere di chiederlo, non voglio nessun tipo di potere. Se arrivano i controlli e uno degli avventori non ha il pass, non voglio saperne”. In realtà, le multe per i trasgressori (esercenti e clienti) sono salate, e vanno da 400 a 1000 euro.
Il problema, però, potrebbe riguardare anche il rapporto tra esercenti e avventori. “Il green pass erode il rapporto di fiducia tra gestore e cliente, causerà nervosismo”, ha detto qualche giorno fa al nostro giornale Fabrizio Brescacin, gestore della birreria “Zero Fronzoli” di via XX Settembre.