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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto: le pesanti conseguenze dello sforamento del Patto di stabilità

La valutazione dell'esperta Gigliola Osti

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Vittorio Veneto: le pesanti conseguenze dello sforamento del Patto di stabilità

VITTORIO VENETO- Dopo aver sviscerato i contenuti delle due deliberazioni della Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per il Veneto, sullo sforamento del Patto di Stabilità di Vittorio Veneto, abbiamo chiesto l'opinione autorevole di una esperta in materia.

Ne parliamo con l'avvocato Gigliola Osti, titolare di uno studio professionale a Vittorio Veneto, già segretaria comunale in diversi Comuni del nostro territorio, un'esperienza conclusa nella Città di San Donà di Piave.

Il suo curriculum si è arricchito negli ultimi anni con la collaborazione tra Regione Veneta e la Corte dei Conti.

Questa l'intervista.

 1) I comportamenti "omissivi": quali conseguenze possono comportare alle tre categorie che hanno avuto maggiori responsabilità in tutta l'operazione?

L’accertamento della condotta illecita è attribuito alla Corte dei Conti, la quale può configurare una eventuale responsabilità amministrativo- contabile secondo le regole del RD n. 1214 del 1934, in caso di accertato dolo o colpa grave da parte di chi ha posto in essere azioni elusive del rispetto del patto di stabilità. Il riconoscimento della responsabilità per danno erariale degli amministratori spetta alla Corte dei Conti in sede giurisdizionale. Il danno è riconducibile alle maggiori spese che l’Ente ha eventualmente sostenuto nell’anno oggetto di sforamento del patto e negli anni successivi, se non ha immediatamente posto rimedio a quelle spese, che non avrebbe potuto legittimamente sostenere, in base alle limitazioni previste dalla normativa che regola il patto di stabilità.

2) Cosa potrebbe capitare al Comune, a partire dal 2 luglio, ossia trascorsi i 60 giorni, se dovesse essere riconfermato il medesimo Sindaco? E se dovesse cambiare l'Amministrazione?

Sia nel caso di conferma del Sindaco uscente, sia nel caso di nomina di un altro Sindaco, le sanzioni previste per il mancato rispetto del patto di stabilità, devono essere applicate al Bilancio 2014, per il principio di “continuità dell’azione amministrativa”. E’ chiaro che i nuovi amministratori non risponderanno della condotta illecita, se tale sarà ritenuta dalla Corte, di coloro che hanno, consapevolmente, violato i limiti imposti dal rispetto del patto di stabilità interno. Entro il 2 luglio 2014 il nuovo Sindaco dovrà comunicare alla Corte i provvedimenti che ha adottato relativi alla riduzione degli impegni delle spese correnti, nonché quelli relativi all’eventuale indebitamento e al personale eventualmente assunto. In caso di mancato riscontro alla Corte entro 60 giorni -ovvero entro il termine della proroga che dovrà essere necessariamente richiesta e presumibilmente accordata dalla Corte per ovvii motivi oggettivi temporali legati alle elezioni- le ripercussioni saranno economico finanziarie, anche con riguardo alla responsabilità amministrativo-contabile.

3) Il cittadino vittoriese potrebbe subire delle conseguenze? in caso affermativo quali potrebbero essere?

Il legislatore prevede pesanti ripercussioni sul Bilancio dell’anno successivo in caso di accertato sforamento del patto di stabilità. Le sanzioni, che devono essere applicate, sono quelle che vigevano nell’anno 2008, anno in cui si è verificato il mancato rispetto del patto e consistono principalmente nell’impossibilità di contrarre mutui, nel divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo, nella riduzione delle spese correnti in misura pari alla media del triennio precedente e nella riduzione dei trasferimenti erariali. Nel caso in esame, la riparazione degli errori deve avvenire sin dal Bilancio 2014, attraverso la riduzione delle spese eseguite in contrasto con le sanzioni, che dovevano essere applicate in conseguenza dello sforamento del patto. “Il quantum” della spesa da recuperare, emergerà dalla dettagliata Relazione con allegato Piano di rientro, che il responsabile finanziario dell’Ente e i revisori del conto dovranno redigere, valutando l’impatto dello sforamento del patto su ciascun rendiconto per gli esercizi finanziari 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013. E’ di tutta evidenza che le ripercussioni economico-finanziarie dovute allo sforamento del patto, non ricadranno solo sul Bilancio di previsione 2014, ma anche sui successivi Bilanci, secondo le modalità di recupero individuate nella Relazione del Responsabile economico finanziario dell’Ente e dei revisori del Conto e nel Piano di Rientro e condivise dalla Corte.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 

 


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