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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Vittorio Veneto si mobilita per Villa Papadopoli

Ieri sera molti cittadini hanno preso parte all’incontro pubblico sotto la Loggia

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

serata su Villa Papadopoli

VITTORIO VENETO – Ieri, la serata organizzata per aprire un dibattito pubblico e confrontarsi sul futuro della Biblioteca civica, del Parco e di Villa Papadopoli ha visto la partecipazione di numerosi vittoriesi. Del resto a chi non sta a cuore in città la sorte dei suoi tesori culturali? Ma se sull’opportunità di dare una risposta più contemporanea alle esigenze di chi fruisce della biblioteca (oramai inadeguata) tutti sono concordi a Vittorio Veneto, viceversa sulla sorte di Villa Papadopoli vi sono due distinte fazioni.

Da una parte il Comune che sostiene la necessità di vendere, dall’altra chi vede in questo edificio storico, d’indiscusso pregio architettonico un patrimonio da recuperare, per la pubblica fruizione: così come è stato ad esempio a Montebelluna, per quella che era la cadente Villa Pisani che grazie a 5 milioni di finanziamenti pubblici è stata restituita al suo antico splendore (scoprendo anche affreschi di cui s’ignorava l’esistenza), e diventando inoltre sede del Memoriale della Grande Guerra.

All’indomani dell’incontro pubblico a dire la sua è l‘artista e grafico Giancarlo Dell’Antonia che esordisce subito con una dichiarazione inequivocabile: “No alla vendita del nostro patrimonio culturale. Villa Papadopoli con relativo Parco e Biblioteca è un bene pubblico e tale deve rimanere. Sono cresciuto a Ceneda e tuttora ci vivo. Ricordo bene il ruolo importante che avevano la Villa, la Rotonda e il Parco per noi adolescenti, studenti che andavamo a sognare e studiare pensando a come realizzare i nostri futuri progetti, un luogo fantastico che ti aiutava a riflettere con la sua magnificenza dell’impianto edilizio e arboreo”.

Ma dopo i sentimentalismi iniziali Dell’Antonia non risparmia strali a chi ha amministrato la cosa pubblica in passato: “Per alcuni amministratori di scarsa qualità e di poca lungimiranza ci troviamo in queste condizioni. Questo patrimonio appartiene a noi comuni cittadini che non abbiamo bisogno solo di centri commerciali ma di luoghi polifunzionali dedicati alla cultura, allo studio e alle passeggiate. Cari amministratori incapaci di sognare ascoltate la voce di chi pensa che certe cose della nostra città devono essere protette e non fatte morire o svendute. Il nostro patrimonio non deve essere un costo ma una risorsa. Un piccolo appello fatto per cercare di sensibilizzare quelli che come me hanno sempre vissuto la città come una meraviglia da proteggere e da sviluppare, non un semplicissimo conto economico. Biblioteca, Parco, Villa devono rimanere un bene pubblico con un progetto utile per tutta la città”.

Va ricordato che è stata avviata anche una petizione popolare, per chiedere che Villa Papadopoli non venga venduta. Ecco dove si può firmare.

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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