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28 marzo 2024

Nord-Est

"Vogliamo un'agricoltura pulita per il Veneto”

Lo chiedono i Verdi-Europa Verde Veneto

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Stranieri in agricoltura

VENETO – I Verdi regionali chiedono un’agricoltura pulita per il Veneto a fronte dell’imminente crisi data dalla mancanza di manodopera straniera, dopo che per il Covid-19 molti lavoratori stagionali sono tornati nei loro paesi d’origine. Luana Zanella e Stefano Dall’Agata, rispettivamente responsabile di Verdi-Europa Verde Veneto e membro dell’esecutivo del movimento hanno quindi fatto alcune proposte concrete, per affrontare la situazione ma con logiche nuove ed obbiettivi lungimiranti.

“A seguito del rientro in patria di molti lavoratrici e lavoratori stranieri, soprattutto comunitari, a causa della pandemia da Coronavirus, le associazioni dei produttori agricoli paventano il rischio di una drammatica carenza di manodopera per la raccolta di frutta e verdura, e chiedono l’intervento urgente da parte della Regione per favorire percorsi lavorativi in agricoltura, sia per italiani (studenti, disoccupati, ecc., come è avvenuto in Francia attraverso appositi bandi), che stranieri. Contrariamente alle previsioni più pessimistiche, noi pensiamo che la situazione sia governabile, ma sia necessaria un’iniziativa forte e coordinata”.

Innanzitutto, secondo Zanella e Dall’Agata va fatto il censimento dei lavoratori presenti e disponibili, calcolato il fabbisogno complessivo. “Nel 2019 in Regione Veneto sono stati siglati 76.000 contratti, di cui 30.000 riguardano italiani, dei restanti 46.000 molti sono gli stranieri qui residenti (di cui parecchi hanno anche fatto richiesta di cittadinanza). Si deve trovare in tempi brevi una soluzione, e nel farlo vi sono tre criteri fondamentali che secondo noi vanno tenuti sempre presenti: la dignità del lavoro, legata ad un contratto; la sicurezza nel lavoro; la lotta al caporalato”.

Quindi gli attivisti di Verdi-Europa Verde Veneto proseguono spiegando che: “Si tratta di costruire una proposta organica che sia in grado di sostenere la sostenibilità del processo produttivo e garantire i lavoratori e le lavoratrici. Trasformare la crisi del Coronavirus in una opzione per innovare e migliorare il processo produttivo, per conseguire gli obiettivi di sostenibilità e di contrasto al cambiamento climatico, per estendere le aree di superficie agricola dedicate all’agricoltura biologica e biodinamica.

Si possono utilizzare gli strumenti già presenti, come ad esempio il Protocollo Veneto del 21/05/2019, attivando percorsi di avvicinamento al lavoro agricolo tramite i Centri per l’Impiego, sia per italiani (disoccupati o altro) che per stranieri, nel quadro della L. 199 del 2016, oltre che pensare all’apertura legale e sicura per il flusso di lavoratori stranieri verso l’Italia, misura che il governo nazionale si appresta ad adottare. Si tratta di arrivare, in tempi brevi una programmazione puntuale delle attività, senza illudersi che false scorciatoie come i voucher siano la soluzione; il contratto agricolo è già un contratto a chiamata, per il quale basta una comunicazione. La regolarizzazione dei lavoratori stranieri presenti in Italia (e anche in Veneto) in condizione di irregolarità, è la via maestra.

La crisi del coronavirus obbliga ad un salto di qualità, non perdona alcuna improvvisazione. I luoghi di lavoro e di servizio devono essere sicuri: alloggi a norma di legge e garantiti sotto il profilo igienico sanitario, così che i trasporti dei lavoratori verso i luoghi di raccolta devono consentire la distanza di sicurezza tra le persone. Ci rivolgiamo all’Amministrazione Regionale, in particolare agli assessori Pan e Donazzan, perché riteniamo insufficiente il “tavolo Verde” da loro proposto riservato solo alle associazioni dei produttori. Chiediamo invece che si convochino, attraverso un processo partecipato, tutte le parti in causa, Regioni, Province, Associazioni delle imprese, Sindacati e si coinvolga anche la Grande Distribuzione, che specie in questo periodo difficile non può penalizzare i produttori con pesanti clausole come le doppie aste al ribasso.

Vi sono allo stato dell’arte aspetti positivi da valorizzare, come ad esempio i recentemente riorganizzati Centri per l’Impiego, risorse finanziarie dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione 2014-2020, esempi di buone prassi come la Provincia di Padova che organizza annualmente il flusso di lavoratori italiani verso le imprese agricole in Germania; poi vi sono aspetti di debolezza come gli Enti bilaterali in agricoltura, presenti in tutte le Province, ma non adeguati, o il Sito di Veneto Lavoro, dove sono presenti migliaia lavoratori disponibili, ma che non vengono interpellati. Ribadiamo quindi la necessità e urgenza di un Tavolo Verde telematico che trovi soluzioni concrete ed efficaci alle improrogabili esigenze del mondo dell’agricoltura, che utilizzi i Centri per l’Impiego come strumento principale per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, avvalendosi anche delle nuove tecnologie digitali/ informatiche”.

 



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Ingrid Feltrin Jefwa

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