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29 marzo 2024

Treviso

Volontari e richiedenti asilo da Treviso a Belluno per ripulire strade e scuole

Un gruppo di profughi insieme a Talking Hands risponde alla chiamata del sindaco di Belluno e ripulisce un polo scolastico

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Volontari e richiedenti asilo da Treviso a Belluno per ripulire strade e scuole

TREVISO - Un esercito di volontari dalla Marca ha raccolto l'appello lanciato dal sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, e si è presentato domenica nelle zone colpite dal maltempo per ripulire, tagliare alberi, spostare rami, liberare strade e fare tutto ciò che può essere utile alla popolazione per ripartire. Da Borgo Piave al Nevegal, da Col da Ren alle Ronce, da Col Fiorito a Salce, tantissime le persone arrivate da fuori città e anche da fuori provincia: tra loro, anche il sindaco di Preganziol e alcuni componenti della giunta.

Una trentina i volontari della sezione di protezione civile Ana di Treviso, altrettanti da Vittorio Veneto e Conegliano, una ventina dalla sezione di Valdobbiadene. Oltre cento persone sotto il coordinamento della protezione civile triveneta e regionale che hanno preso servizio al fianco degli altri volontari partiti dai comuni come quello di Treviso che ha messo a disposizione dell’emergenza mezzi e uomini che da domenica si trovano a Chies d’Alpago per la frana del Tessina.

“È stata una risposta straordinaria, oltre ogni aspettativa - ha detto il sindaco di Belluno Massaro – Non ci aspettavamo un riscontro del genere a poche ore dall'appello: è il segno della generosità dei bellunesi e dei veneti, ed indica anche che la situazione di emergenza è stata ben compresa anche al di fuori della nostra provincia”.

Da Treviso, domenica, è partito anche un gruppo di richiedenti asilo che frequentano l’opificio Talking Hands, alla caserma Piave. Tanti di loro non avevano mai visto le montagne ma hanno voluto portare il proprio aiuto dopo l’appello del sindaco di Belluno.

I ragazzi, insieme agli accompagnatori e ai ragazzi della Casa dei Beni Comuni di Belluno, sono giunti a Mier, una frazione di Belluno, dove, muniti di pale e scope, hanno sistemato l'area esterna dell'Istituto Renier, che include un asilo e diversi istituti scolastici superiori. Hanno ripulito il piazzale, il giardino e i tombini dalle foglie, dai rami e da qualche albero abbattuto.

Nel pomeriggio si sono poi spostati sul Nevegal, dove la situazione è decisamente più critica. “Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi la furia distruttrice dell'uragano - raccontano i ragazzi di Talking Hands - Centinaia di alberi letteralmente divelti dal suolo e la strada che portava in quota ancora in parte ingombra dagli alberi che invadevano la carreggiata”.

“L’accoglienza è stata davvero speciale non si può spiegare a parole quello che abbiamo provato ieri ad essere lì, dignità e un grande senso di solidarietà da parte di tutta la cittadinanza bellunese, tutta mobilitata nel prendere parte a questa giornata di lavoro collettivo”.

 


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Isabella Loschi

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