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29 marzo 2024

Lavoro

Wall Street Italia conferma: il futuro delle aziende italiane è la sostenibilità

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Una recente ricerca della Finer, commissionata da Assogestioni e pubblicata su Wall Street Italia, ha individuato interessanti risultati riguardo le attuali tendenze di investimento. La ricerca rivela che in Italia gli investitori tendono maggiormente verso investimenti consapevoli ed inclusivi, dimostrando inoltre sensibilità in crescita nei confronti di sostenibilità ambientale e responsabilità sociale. I motivi? L’attuale crisi climatica sembra essere una delle ragioni principali, oltre agli scandali societari che hanno coinvolto importanti aziende negli ultimi anni, e si spera che questi risultati servano di incoraggiamento alle aziende che si stanno impegnando nel campo della sostenibilità.

 

Il Sustainability Day tenutosi a Roma lo scorso ottobre dimostra l'attualità delle tematiche di sostenibilità nei pensieri degli imprenditori e mette l’accento sul ruolo delle aziende nella gestione delle problematiche legate ai cambiamenti climatici e alle conseguenze sul mercato. “Impresa, sostenibilità, futuro” era infatti il titolo del convegno, che mira a diventare un appuntamento annuale per promuovere soluzioni innovative per le aziende in materia ambientale. Siti diversificati e innovativi come REVIEWBOX sono vetrina di moltissime aziende impegnate nella sostenibilità ambientale e alla riduzione del loro impatto ambientale, ma come essere sicuri che gli investimenti ritenuti sostenibili siano andati a buon fine?

 

Wall Street Italia stila una lista di criteri da considerare al momento della valutazione di un eventuale investimento sostenibile. In primis, non bisogna considerarli un’asset class, ovvero una categoria d’investimento composta da strumenti finanziari dalle caratteristiche simili. In secondo luogo, si sottolinea che tali investimenti permettono alti rendimenti, in quanto le aziende coinvolte di solito sono di tipo ESG, ovvero impegnate in tematiche ambientali, sociali e di governance. Tuttavia, attenzione a non indirizzare investimenti ESG ad aziende che fanno della comunicazione “greenwashing” il loro cavallo di battaglia. La mancanza di standard universalmente accettati purtroppo agevola il marketing “verde” di molte aziende che non necessariamente rispettano l’ambiente. Vista l’assenza di un sistema riconosciuto che verifichi qualora i criteri dichiarati siano stati rispettati, non è facile accertarsene.

 

Il noto psicologo Paolo Lagrenzi suggerisce a chi sente di avere a cuore il tema della sostenibilità ambientale di esaminare quello che succede al nostro pianeta per via delle attività umane e riflettere sugli effetti a lungo termine di tali azioni. Questo sarà uno dei primi sensori che ci farà capire se l’azienda in questione si occupa di tematiche scottanti o sta solo cavalcando l’onda del “green trend”.

 

Sigle ad alto impatto sostenibile

La sigla ESG si riferisce a “Environmental, Social, Governance”, ovvero ai tre aspetti della sostenibilità: l’aspetto ambientale, sociale e di governance. Nello studio di Wall Street Italia si fa la seguente distinzione:

Ambientale: efficienza energetica, biodiversità e risorse naturali, gestione dei rifiuti, mutamenti climatici, salute ambientale, carbonio, qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo;

Sociale: remunerazione del management, diritti umani, eguaglianza di genere, educazione, lotta al lavoro minorile e/o forzato, condizioni e normative di lavoro, ecc.;

Di Governance: buone pratiche e trasparenza, corruzione, struttura di gestione, diritti degli azionisti, indipendenza e vigilanza del consiglio di amministrazione, ecc.

 



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