13 dicembre 2024
Categoria: Viaggi ed eventi -
Sara Ferracin | commenti |
Eccoci finalmente a Ramallah, la capitale della Palestina. No un attimo, ma non doveva essere Gerusalemme la capitale..? Sì. Senza alcun dubbio. Ma per ora (e per sempre) è la capitale solo spirituale di Palestina, visto che nel frattempo Al-Quds/Yerushalaim/Gerusalemme è diventata la capitale dello Stato di Israele (per quanto la comunità internazionale non l’abbia ancora riconosciuta come tale).
Allora Ramallah, che rivedo con non poca nostalgia nelle immagini di questi giorni, Piazza al-Manara, con la gente festante per la notizia tanto attesa dell’entrata della Palestina come Stato non membro alle Nazioni Unite…cioè un primo riconoscimento dell’esistenza di uno Stato e non solo di un’entità geografica…cosa non da poco visto che nel frattempo sono passati più di 60 anni. 29 novembre…data significativa…simbolica quanto meno…novembre come il nefasto per i palestinesi - e per il Medio Oriente in genere - 2 novembre 1917, data della “Dichiarazione di Balfour”, quella con cui l’Inghilterra si impegnava a istituire un “focolare ebraico” in Palestina…ma novembre anche come il 25 novembre 1974 in cui l’Assemblea generale dell’Onu vota l’affermazione del “diritto all’indipendenza e alla sovranità nazionale” della Palestina… 29 come il 29 settembre 1947 in cui, sempre all’ONU veniva approvata invece la spartizione della Palestina.. e infine 29 novembre, come il 29 novembre del 1973, giorno della morte di Ben Gurion, uno dei Padri della Patria-Israele, che immaginiamo non troppo felice per quanto accaduto meno di una settimana fa a New York..
Ma torniamo a Ramallah, anzi andiamo a Ramallah, “yalla yalla a Ramallah” come suona un detto locale…d’altronde nella capitale tutto è pronto già da un po’…il Palazzo Presidenziale, i Ministeri (eccetto quello del Turismo che ha sede a Betlemme) e l’imponente ed essenziale Mausoleo dedicato al Presidente Arafat. Beh, qui facciamo fatica ad arrivare, anche se si trova accanto ai palazzi del potere..
In un assolato sabato di agosto, partiamo da Betlemme su di un taxi collettivo (noi diremo un “minibus”) e dopo aver fatto un assurdo giro costeggiando da sud a nord il Muro, passando più di cinque check-point israeliani nel cuore della Cisgiordania, e almeno altrettanti lussureggianti insediamenti ebraici, finalmente giungiamo a Ramallah, con la fantastica idea di…fare shopping!! Eh, sì, perché si va a Ramallah, come si va a Milano durante la stagione dei saldi, alla caccia di buoni affari, o come per i ragazzi di provincia – almeno ai miei tempi – si andava a Treviso per “andare vetrine” o mangiarsi un gelato o bere un caffè “cittadino”. Beh, alla fine veramente “tutto il mondo è paese”, o per lo meno “tutto il bacino del Mediterraneo è paese”, è ciò che cerco da anni di raccontare ai miei studenti di arabo e sempre di più ne ho la dimostrazione sul campo.
Ramallah: prima tappa una famosa libreria dove, grazie all’abile contrattazione della mia cara studentessa M. – su questo mi devo esercitare di più! - ne esco con due borsoni pieni pieni di libri –ovviamente in arabo - che vanno dalla letteratura alla saggistica storica che il venditore mi avvisa “pericolosa” ai controlli aeroportuali a Tel Aviv.. seconda tappa più “rosa”, scarpe, magliette (anche se queste un po’ diciamo “ideologiche”…), fino ad un favoloso pranzetto in uno dei posti più famosi e popolari del centro città…insomma, è risaputo che per girare la guida di un locale fa la differenza, o no..? M., sei una guida eccezionale! E poi, finalmente convinco la mia M. ad accompagnarmi da Arafat per un salutino, anche se dietro un vetro…al di là di ogni considerazione politica è stato un protagonista indiscusso in Medio Oriente per mezzo secolo..
E lì, davanti alla tomba di Arafat, per l’ennesima volta da quando sono in Cisgiordania e ogni volta che sono in Medio Oriente (me ne scusino gli amici arabi del Nord Africa), è come entrare in un film, sono nella Storia mi dico, io che ne sono stata da sempre affascinata…la mia materia preferita dalla scuola elementare.. sono nella Storia – davvero con la esse maiuscola - che ha condizionato gli equilibri mondiali del ‘900, e sempre di più influenzerà questo secolo…ma questa è un’Altra Storia…
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