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25 aprile 2024

Nord-Est

Zaia apre i confini del Veneto

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Zaia apre i confini del Veneto

(di Luca Laviola)

 

Nel primo giorno della Fase 2 bis il Veneto si lancia già nella Fase 3. Il presidente Luca Zaia, considerato uno dei vincitori della Fase 1, annuncia un accordo con i colleghi di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Provincia di Trento: ci si potrà spostare anche fuori regione tra province confinanti, con l'autocertificazione, per vedere parenti e fidanzati.

 

E' il colpo di teatro del nuovo D-Day dell'emergenza coronavirus, che vede le Regioni distinguersi tra aperture e chiusure e i governatori sempre protagonisti tra le polemiche. I dati conteranno ancora di più e si registra il minimo di vittime (99, ma con pochi tamponi) dal 9 marzo, inizio del lockdown, e il minimo in Lombardia (24 morti) addirittura dal 29 febbraio. Sul balzo in avanti del leghista Zaia il governo per ora non si pronuncia, dopo aver annunciato il premier Giuseppe Conte che di spostamenti fuori regione se ne sarebbe parlato dal 3 giugno. Dall'entourage del ministro Francesco Boccia si sottolinea che con l'ultimo accordo si è dato spazio alle Regioni per aprire o chiudere di più, ma gli esperti esaminano il caso Veneto.

 

A due settimane dall'avvio dalla Fase 2 la Lombardia - una delle osservate speciali del ministero della Salute con (in misura minore) Umbria e Molise - effettua oltre 5 mila tamponi e registra meno contagi a Milano e zero a Cremona.

 

Il presidente Attilio Fontana dichiara di buon mattino che "questo è un momento delicato, il lavoro più importante sarà il monitoraggio, tenere sotto controllo il più possibile il territorio e le persone toccate dal virus". Il ministro Boccia avverte che in Italia questa "sarà la settimana più difficile, con la prossima, per capire se e come riusciremo a convivere con il Covid-19". Se in Veneto Zaia rivendica di "aver riaperto praticamente tutto", anche i confini con le Regioni vicine, ma lascia l'obbligo di mascherina fino al 2 giugno, all'estremo opposto c'è la Campania del 'ribelle' Vincenzo De Luca, che non ha firmato l'intesa con il governo.

 

A Napoli si è pero tornati al bancone del bar per la '"tazzulella 'e cafè". Per il servizio al tavolo e i ristoranti bisognerà aspettare giovedì. A Caserta fila al grande Centro Commerciale, a Salerno riapre il 60% dei negozi. Chiuse le griffe a Capri, mentre a Ischia riaprono gli alberghi, sperando nei turisti. Nel Lazio apre il commercio al dettaglio, compresi centri commerciali e outlet, i mercati sulle aree pubbliche, le attività artigianali e la somministrazione di cibi e bevande. Inoltre barbieri, parrucchieri, estetisti e tatuatori, oltre agli agenti di viaggio. A Roma, per evitare code e assembramenti, riaperture scaglionate per fascia oraria e tipologia di attività.

 

In Toscana secondo Confcommercio regionale ha riaperto oltre il 90% dei negozi ma per i pubblici esercizi la ripartenza è più lenta: solo il 40% di bar e ristoranti è tornato ad accogliere i clienti e un 25%, invece, non riaprirà per ora. Il presidente Enrico Rossi vieta la consultazione di giornali e riviste in luoghi aperti al pubblico, ritenuti a rischio di contagio. Boom di acquisti nei negozi e nei centri commerciali a Palermo, ma in Sicilia tutti dovranno indossare le mascherine sia all'aperto sia nei luoghi pubblici al chiuso. In Piemonte invece riapertura di bar e ristoranti posticipata al 23 maggio: cautela per una regione ancora colpita dal virus. Come le altre, che guarderanno ai dati e a nuovi, possibili focolai. "In caso si superi il livello di allerta - ricorda Boccia - e le Regioni decidano di non chiudere, può intervenire lo Stato". 

 



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