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16 aprile 2024

Treviso

Zaia e l’orgoglio veneto (sui banchi di scuola)

"Prima o poi prenderete il posto dei vertici che andranno in pensione”

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

Zaia e l’orgoglio veneto (sui banchi di scuola)

VENEZIA – Sulla laguna le nubi sono così basse che quasi non si vedono i canali, figuriamoci l’orizzonte. Ma in questo contesto metaforicamente incerto, il governatore Zaia lancia una rete, come un pescatore/pensatore della politica. Quelli che a cui si rivolge sono pesci piccoli (in senso anagrafico). Sono gli studenti veneti. Domani – 12 settembre – anche per loro inizierà la scuola. E Zaia diventa un po’ partenalistico, un po’ maestro.

 

“Cari ragazzi – scrive in un comunicato - domani inizia per voi un nuovo anno scolastico e nell’affrontare questa rinnovata sfida, voglio che vi accompagni il mio augurio e incoraggiamento”. E continua. “Sono anni difficili per le nostre e vostre famiglie che devono fare i conti con una crisi che i veneti non hanno causato e di cui pagano ingiustamente le conseguenze. Quando ero studente come voi, in un saluto di allora ci avevano detto che la professione per la quale stavamo studiando sarebbe cambiata 5-6 volte durante il nostro percorso lavorativo. Quelli erano i primi segnali di instabilità, le primissime avvisaglie di quelle difficoltà nelle quali ora siamo. Tuttavia, ciò non deve far venir meno il vostro legittimo entusiasmo nei confronti della vita e della scuola, le vostre speranze di un futuro che resta pieno di promesse e che noi combatteremo fino in fondo per assicurarvi, prendendo le misure a un mondo sempre più globalizzato dove i veneti di oggi continuano a fare scuola ed esempio con la creatività lavorativa, la capacità imprenditoriale e di buon governo e attendono fiduciosi il vostro contributo di energia vitale, di proposta di vita e di sviluppo, di proseguimento di una tradizione di popolo e di civiltà che non ha eguali nella storia e di cui dovete essere orgogliosi”.

 

Nella lettera aperta, Luca Zaia spinge l’acceleratore sulla cultura (ed è un po’ strano, visto che le sue amministrazioni in passato hanno speso fior di euroni per promuovere l’aspetto professionalizzante dell’educazione); spinge sull’importanza di conoscere le lingue straniere (dove sono finiti i corsi di dialetto?).

 

“Un tempo scegliere una scuola significava scegliere un lavoro – sostiene Zaia – Oggi non è più così. L’importante è formarsi complessivamente dal punto di vista culturale ed umano, saper parlare le lingue, tenere sempre alto il desiderio di conoscere e di imparare, da giovani come da adulti, perché una buona pratica professionale non può fare da sola e deve sempre accompagnarsi a solide basi di preparazione teorica che solo lo studio e la scuola fatta bene come viene fatta bene nel Veneto può dare”.

 

“Il mondo non si ferma. Le generazioni si susseguono – conclude Zaia - Vi ricordo che chi occupa posizioni apicali, rilevanti dal punto di vista professionale: i medici, i presidi, il rettore, gli imprenditori sono professionisti che prima o poi smetteranno di lavorare per raggiunti limiti di età e il loro ruolo sarà da ricoprire. E mi auguro che ci possano essere molti di voi a sostituirli, voi che sarete la classe dirigente del Veneto futuro”.

 

Tutto chiaro? Nuvole lagunari a parte, pare che Zaia inviti i ragazzini/oni a darsi una mossa: “Prima o poi – dice loro – ‘sti veci paroni andranno pure in pensione e voi dovrete sostituirli. Datevi una mossa: il vertice aspetta.”

 


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