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25 aprile 2024

Oderzo Motta

ZANCHETTA SI SCAGLIA CONTRO IL “RONDISMO”

Intanto ancora furti a Cessalto

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ZANCHETTA SI SCAGLIA CONTRO IL “RONDISMO”

Ponte di Piave – Ancora ladri in azione. L’altra notte e nello scorso week end svaligiate delle abitazioni a Cessalto.

Sul posto i Carabinieri per i rilievi. Da qui l’amaro commento che arriva da Ponte di Piave, per bocca del sindaco Roberto Zanchetta (nella foto): «Ma cos'è cambiato dallo scorso anno ad oggi sul tema sicurezza? Forse che ci sentiamo tutti più sicuri?» dice il primo cittadino di Ponte.

«Restringendo lo sguardo al solo ambito territoriale dell'Opitergino, registro nell'ordine (e relativamente alla sola settimana appena trascorsa) i seguenti fatti di cronaca: una serie di furti in pizzerie e bar a Motta di Livenza e Chiarano; altre incursioni a Gorgo al Monticano; e ancora: furti in abitazione ed esercizi pubblici a Ponte di Piave e Salgareda.

Il nostro Comprensorio Opitergino - Mottense, insomma, dopo aver beneficiato di una significativa e doverosa impennata di attenzione sia dei media che delle istituzioni sembra nuovamente sprofondato nella sue croniche criticità.

In questo periodo emerge che, rispetto ad un paio d'anni fa, la situazione si è aggravata a seguito dei recentissimi sviluppi di una crisi economica che sta coinvolgendo anche i nostri territori.

Assistiamo al fenomeno, cioè, di una povertà incipiente che genera un po' ovunque la crescita della criminalità predatoria, come ci hanno comunicato nelle rispettive sedi istituzionali prima il Prefetto, poi il Questore e quindi il Procuratore Capo della Repubblica di Treviso.

Ma non è tanto questo il punto dolente, seppur, ovviamente preoccupante. Ciò che fa più amaramente sorridere è la presa d'atto di uno strisciante conflitto fra Istituzioni sul tema "ronde".

Non riapro i già noti episodi di Padova e di tanti nostri hinterland locali, ove non sono mancati contrasti anche violenti fra manifestanti di sinistra e paladini del più ortodosso "rondismo" ispirato alla legge che di fatto lo ha istituito.

Mi limito a segnalare un - quantomeno - singolare carteggio approdato nei giorni scorsi sulle nostre già cariche scrivanie di Sindaci avente ad oggetto la precisa delimitazione ed identificazione di compiti e funzioni propri, da un lato, del "perfetto rondista" e, dall'altro, dell'umile "volontario di protezione civile".

Protagonisti di questo scambio, non solo di fax ma anche di e-mail il Capo della Protezione Civile, Bertolaso, e l'Assessore alla Protezione Civile, Elena Donazzan. Eccone, in sintesi, il contenuto.

Cari Sindaci, fate attenzione: la materia della protezione civile è ben altra cosa dall'ordine pubblico e dalla sicurezza, tanto che anche a livello organizzativo sussistono distinte competenze.

La prima, la Protezione Civile fa capo alla Presidenza del Consiglio, le seconde, ossia l'ordine pubblico e la sicurezza, sono ricondotte al Ministero per l'Interno. In sintesi: ci sono rondisti di serie A e rondisti di serie B.

La missiva si chiude all'incirca nei seguenti termini: se ravvisate qualche irregolarità non esitate a segnalarcelo per gli opportuni provvedimenti sanzionatori spettanti all'Autorità Giudiziaria.

Era necessario arrivare a questo punto? Al punto cioè che noi Sindaci - già presi da mille ed una incombenze - ci si debba ora anche accollare l'onere di segnalare alla Prefettura costituzioni di non meglio precisate "Associazioni fra cittadini" che non rispettano il famoso articolo 6 del decreto legge istitutivo delle ronde, articolo tanto caro a qualche politico al punto da averlo fatto stampare sulle relative giubbe di ordinanza salvo farne cambiare il numero a seconda del tortuoso iter parlamentare che il relativo dibattito parlamentare sta assumendo?

Penso proprio di no. Ciò che più sconcerta - dinanzi ai dati riguardanti l'imperterrito persistere di fenomeni di ordinaria delinquenza sul territorio e nonostante cambi a destra e sinistra degli schieramenti governativi - è che certi meccanismi legislativi messi in piedi (il richiamo al provvedimento sulle ronde rappresenta solo un esempio del più generale malcostume amministrativo), finiscono solo per intasare le nostre scrivanie costringendoci a leggere carte su carte al limite del parossistico scontro fra diverse competenze istituzionali. Ne vale davvero la pena?

E poi, chi si incaricherà di effettuare queste ardite ricognizioni personali (sei rondista ex art. 6 Decreto Legge 11/2009, oppure volontario della Protezione Civile ex art. 3 Legge 225/1992?): i nostri striminziti organici di Polizia Locale? Non sentivamo davvero, il bisogno di nuove incombenze "identificative" al fine di colpevolizzare qualcuno ed assolvere, invece, qualcun altro» conclude Zanchetta.

 


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