Zarlatani si nasce
A quarant’anni dalla nascita del sodalizio che comprendeva i mitici “zarlatani de Zeneda”, il ricordo (affettuoso) di due accoliti che hanno l’associazione nel cuore
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VITTORIO VENETO - I più giovani zarlatani oggi hanno ottant’anni. O giù di lì. E sono la memoria vivida - e commossa e divertita - di un passato che li ha visti crescere. Insieme. “E che ne ha visti alcuni fare molta strada”, aggiungono Guido Tonon e Roberto Fattorel. Sono proprio questi due “giovani” zarlatani de Zeneda che raccontano nel Quindicinale in uscita la storia di un gruppo di amici nato spontaneamente. In una piazza, anzi nell’ex oratorio del Domo.
I primi zarlatani - i più anziani sono (o erano, perché molti sono scomparsi) della classe del Trenta - una volta cresciuti sono diventati gli animatori - i tutor oggi si direbbe - delle nuove leve. In una coesione di intenti che però ha cementato l’amicizia, il gruppo, oltre i divari e i paletti generazionali. La zarlatanità aveva confini geografici limitati: coincideva con la piazza del Domo, con le case che le facevano da quinta. Il limite sud erano le “monache”, gli altri quartieri “l’estero”.
Persino Piazza Gallina aveva un’altra atmosfera. Tra aneddoti, ricordi che si perdono in una Vittorio Veneto in cui i due nuclei primigeni erano ancora fieri della propria identità, il gruppo dei zarlatani ha quasi un sapore mitologico. Da riscoprire.
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