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25 aprile 2024

Mogliano

A Zero Branco si pensa a un piano per abbattere le barriere architettoniche

Perché ancora oggi è importante parlare di inclusione e abbattimento barriere anche nei nostri Comuni

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

A Zero Branco si pensa a un piano di abbattimento di barriere architettoniche

ZERO BRANCO – Il Comune di Zero Branco sta realizzando il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), per indirizzare i futuri investimenti per una migliore accessibilità di spazi ed edifici pubblici.

Per questo motivo l’Amministrazione Comunale ha somministrato un questionario ai concittadini, attraverso il quale potessero esprimere cosa, a parere loro, ostacoli o crei difficoltà alla mobilità di chiunque, con particolare riferimento a persone in situazione di disabilità.

“Abbiamo voluto far partecipare la cittadinanza a un piano che ritengo essere fondamentale per una buona vivibilità della Città da parte di tutti – spiega il sindaco Luca Durighetto - Siamo ancora in fase di realizzazione di un intervento di 100 mila euro per manutenere marciapiedi che negli anni si sono usurati. Questi interventi sono visibili a tutti ma ci sono delle barriere che non sono immediatamente evidenti a un occhio non esperto e per questo abbiamo chiesto la partecipazione anche di chi queste barriere le vive nel quotidiano. Ora stenderemo il piano complessivo per capire quali interventi sono necessari e in base a questo stanzieremo le risorse che servono”.

Un passo importante verso l’inclusione che, purtroppo, ancora oggi sembra essere un obiettivo non sempre facilmente raggiungibile, nonostante ci siano tanti documenti, più o meno recenti, che attestano l’importanza del fatto che tutti debbano sentirsi uguali e nelle stesse condizioni di poter vivere una vita normale, volti a sottolineare come la chiave di volta affinché questo avvenga sia l’intervento sul contesto.

Se si eliminano le barriere e si rende il contesto accessibile, spiega ad esempio l’ICFClassificazione Internazionale del funzionamento della disabilità e della salute – si crea l’opportunità di partecipazione. Anche la Convenzione ONU sulla disabilità, pietra miliare sull’inclusione, si concentra sulla necessità di modificare il contesto per far sì che una persona non si senta diversa, in quanto la disabilità – si legge nel documento - è considerata non uno stato costitutivo della persona ma è in relazione con il contesto.

Ecco perché il PEGA e il questionario somministrato alla cittadinanza rappresentano un passo avanti verso l’inclusione nel comune di Zero Branco. Solo sviluppando una mentalità inclusiva, che deve e può entrare nelle nostre pratiche culturali, si può pensare a monte a situazioni che puntino all’universalità, sull’esempio dell’Universal Design, con metodologie inclusive che vogliono progettare e creare qualcosa ex novo rendendolo il più accessibile possibile.

Si può e si deve fare ancora molto in tema inclusione, ma se è vero che siamo nani sulle spalle di giganti, abbiamo delle ottime basi su cui partire e progettare un futuro che punti all’universalità: Comenio, solo per citare un esempio storico, già nel ‘600 pensava in questi termini, per cui tutti (Omnia, Omnis, Omino) dovevano partecipare alla vita comunitaria; e lo diceva in un periodo in cui i bambini in situazione di disabilità venivano brutalmente uccisi e le donne erano escluse dalla vita sociale. Prendiamo esempio per pensare a un mondo sempre più egualitario.

 



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Manuel Trevisan

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