La frittata di San Marco
L'origine di questo famoso piatto si perde nella notte dei tempi
| Giampiero Rorato |
TREVISO - La tradizione delle scampagnate del 25 aprile ha origini molto antiche e si è rafforzata nel corso del tempo. Ricordiamo allora le feste principali che si celebrano il 25 aprile nel nostro territorio.
I Romani avevano ereditato dalle precedenti popolazioni che abitavano il Lazio la tradizione di fissare l’inizio della primavera e quindi della stagione agraria il 25 aprile e in tal giorno celebravano la festa della dea Robigo, che proteggeva le messi dal pericolo di essere colpite della ruggine. Dal Lazio la festa si estese poi in tutti i territori dell’impero romano, quindi anche da noi.
Festa dunque antichissima che è rimasta poi nel calendario per un altro motivo. In quel giorni le greggi che erano scese dai monti per alimentarsi in pianura dovevano ritornare assolutamente in montagna. Il 25 aprile, infatti, le terre prima disponibili per i pascoli invernali, tornavano in possesso dei legittimi proprietari.
Questa tradizione era anche dei Celti i quali poi nella notte precedente il 1° maggio accendevano i sacri fuochi in onore del dio Beleno, tra i quali far passare le pecore appena risalite dalla pianura per purificarle, dopo la transumanza invernale
Prima dell’anno mille Venezia aveva già attivato i suoi commerci per mare e nell’anno 828 una nave veneziana, spinta dalla corrente, era giunta casualmente nel porto di Alessandria d’Egitto appena occupata dagli Arabi.
In una chiesa vicina ad Alessandria, a Bucoli, era conservato il corpo dell’evangelista san Marco e due tribuni veneziani, Rustico da Torcello e Buono da Malamocco, che viaggiavano con quella nave, per paura che la chiesa che conteneva la tomba col il corpo del santo venisse distrutta e con essa le sante reliquie, decisero di trafugar il corpo dell’Evangelista e portarlo a Venezia, dove si trova tutt’ora nella Basilica a lui dedicata, proclamandolo Patrono della città e della repubblica.
E da allora, ogni anni, i Veneziani celebrano il 25 aprile in modo solenne la festa del loro Patrono, festa che dalla fine del 1200 si estese progressivamente a tutti i territori della Serenissima, quindi anche in tutto il Veneto.
Il 25 aprile del 1945 ebbe poi termine la seconda guerra mondiale e quel giorno in tutti i campanili delle chiese delle diocesi di Vittorio Veneto e Treviso e in molti altri ancora si suonarono dal mattino alla sera le campane, con i paesani che si diedero il turno tirando le corde, volendo essere partecipi dello storico evento, E chi scrive, bambino piccolo era nel campanile di Chiarano anche lui a festeggiare.
Il 22 aprile dell’anno dopo (1946) il presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi emanò il seguente decreto «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.» La festa fu celebrata anche l’anno dopo e la legge istitutiva fu approvata il 27 maggio 1949.
E, assieme a tutte queste feste, poi c’è la primavera che sta scoppiando, riempiendo gli alberi di gemme e foglie, mentre spunta tra l’erba una gran varietà di fiori colorati. Solitamente il sole brilla nel cielo e la temperatura è ideale per le scampagnate. E, come antica trazione vuole “si va per prati, argini, colline a mangiar la frittata”. Quest’anno purtroppo in casa, ma l’anno prossimo si riprenderà, alla grande.
La frittata col salame
In una padella di ferro fa sciogliere del burro e come fuma aggiungi delle fette di salame sbriciolate (di solito metà rispetto al numero delle uova). Nel frattempo rompi le uova in una terrina, aggiungi un pizzico di sale e sbattile un po’ con la forchetta.
Lascia cuocere il salame per un paio di minuti quindi unisci le uova sbattute, mescola e amalgama velocemente il composto e scuoti la padella per impedire che la frittata si attacchi al fondo. Quando la superficie inizia a rapprendersi, aiutandoti con un piatto, girala e falla cuocere velocemente dall’altra parte a fiamma sempre molto dolce.
Puoi preparare la frittata anche erbette di primavera, con gli asparagi, con le patate o anche col formaggio. Perché all’inizio della primavera di ottime uova ne trovi dappertutto.