Il 25 aprile a Conegliano: "E' divisivo solo per i fascisti"
Il discorso di Omar Lapecia Bis, presidente dell'Anpi di Conegliano
| Redazione |
CONEGLIANO - Ieri anche Conegliano ha celebrato il 25 aprile. Dopo il corteo e gli onori ai monumenti ai caduti, il presidente dell'Anpi di Conegliano, Omar Lapecia Bis, ha tenuto un discorso sul significato di questa importante ricorrenza. Pubblichiamo qui integralmente l'intervento del presidente.
Carə concittadinə,
oggi celebriamo il 25 aprile, la festa della liberazione dal nazifascismo, un evento che ha segnato profondamente la storia italiana e che ha portato alla creazione della Repubblica Italiana. L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, è orgogliosa di essere qui oggi per commemorare la vittoria dell'antifascismo e della libertà sul regime oppressivo del fascismo. Ricordiamo con profonda gratitudine il coraggio dei partigiani che, a rischio della vita, hanno scelto di combattere contro il nazifascismo per liberare l'Italia dalla tirannia. C'è chi attacca il 25 Aprile con la solita vecchia argomentazione: è divisivo il 25 aprile, è divisivo certo, divisivo per i fascisti … Se la storia della resistenza italiana è stata più importante di quella delle altre resistenze europee, diceva Ferruccio Parri nel 1964, è stato per la capacità che essa ha avuto partendo politicamente divisa di arrivare alla fine unità e di sfilare compatta il giorno della liberazione ed è questa la forza che ha portato alla costituzione. Lo sappiamo bene una costituzione che è un concreto riconoscimento reciproco di tutte le forze che hanno combattuto i nazifascisti.Gli spietati nazisti e i loro feroci vassalli fascisti, che oggi talvolta cantano non passa lo straniero, ma che quando stranieri erano gli occupanti germanici, come si diceva all'epoca, li affiancavano e molto volentieri nelle stragi di civili italiani nelle caccia all'uomo e nelle deportazioni di oppositori politici, prevalentemente italiani ed ebrei, prevalentemente italiani. Questi ultimi giorni hanno visto un fiorire di polemiche sul 25 Aprile da parte di chi ricopre cariche importanti. Ogni anno, difficile pensare sia un caso, si fa di tutto per creare discussioni alimentando quello che in molti vedono come un chiaro tentativo di revisionismo rispetto a fatti che hanno segnato la storia della nostra repubblica. Uscite al limite tra il ridicolo e lo spaventoso, e che si inseriscono in un lucido progetto di revisionismo storico che non solo calpesta i valori su cui si poggia la nostra Repubblica Democratica che ogni giorno di più sembrano messi in discussione da esponenti politici dalle forze di estrema destra, del governo e della regione, mettendo in discussione l'importanza storica e politica dell'antifascismo e del 25 Aprile per l'Italia e i suoi cittadini. Mi riferisco anche alle dichiarazioni sulla "sostituzione etnica", giustificazione ideologica del terrorismo suprematista bianco e delle politiche anti migratorie e razziste avviate in diversi paesi governati dall'estrema destra, definendola come "già in corso" e da attenzionare in quanto processo pericoloso. Ci chiediamo a questo punto fino a dove potrà spingersi un assessore prima che arrivi il momento delle sue tardive e necessarie dimissioni, e se il Presidente della Regione, che ha in questi giorni ribadito l'importanza del 25 Aprile, abbia intenzione di intervenire o continuare a spendersi in belle parole senza dargli nessuna concreta attuazione.
C’è chi nega in un mare di indifferenza e infine di disprezzo le celebrazioni di chi sconfisse il fascismo a durissimo prezzo, ora queste manifestazioni vanno riempite di nuovo di un significato coriaceo vero reale come reali furono le vite spese nella battaglia. Abbiamo con l’amministrazione comunale e con il Sindaco organizzato un percorso di avvicinamento al 25 aprile fatto di incontri nelle scuole con gli studenti. Ne siamo stati entusiasti, voglio ringraziare le dirigenti e tutti nei circoli 1 e 2 per l’accoglienza e per l’attenzione che avete avuto nei nostri incontri. Fondamentale è avere al nostro fianco un’amministrazione comunale che partecipi questi momenti con contenuti e presenza reale in questo percorso educativo alla Costituzione dei nostri giovani concittadini A tal proposito sembrano scritte ieri le parole ultra citate con cui lo studente emiliano Giacomo Ulivi, 19 anni, invitava se ed i suoi amici a rifare noi stessi perché si erano seduti sul bisogno di pace e serenità : “perché in questo bisogno di quiete e il tentativo di allontanarsi il più possibile da ogni manifestazione politica è il tremendo il più terribile credetemi risultato di un'opera di diseducazione ventennale virgola di diseducazione o di educazione negativa. Fondamentale fu il pregiudizio della sporcizia della politica e parallelamente non aver compreso che la cosa pubblica non è nient'altro che noi stessi e dalla sua cura dipende tutto. Come vorremmo vivere domani? No non dite di essere scoraggiati di non volerne più sapere pensate che tutto è successo perché non ne avete voluto più sapere. Oggi bisogna combattere contro l'oppressore, che una manciata di ore dopo sarebbe stato fucilato, questo è il primo dovere per noi tutti ma è bene prepararsi a risolvere questi quei problemi in modo duraturo e che eviti il risorgere di essi e di ripetersi di tutto quanto si è abbattuto su di noi. La Costituzione italiana, nata dalla Resistenza, è l'espressione più alta dell'antifascismo. Il suo carattere antifascista è insito in ogni suo articolo, dalla difesa della libertà e della dignità umana alla tutela dei diritti dei lavoratori e delle minoranze. Una costituzione, la nostra che è forgiata nella lotta nell'impegno delle forze politiche che hanno vinto l'oppressione liberando le grandi città del nord prima dell'arrivo degli alleati insorgendo e presentandosi all'appuntamento con la storia con un esercito unitario rappresentativo di tutte le anime dell'antifascismo forze politiche dagli azionisti liberali le democristiani i comunisti dagli autonomi e socialisti che rappresentavano e rappresentano tutti gli italiani tranne appunto i fascisti Il 25 Aprile noi celebriamo questa unità fragile e in gran parte dimenticata da ritrovare, da coltivare. Oggi non sono affatto superate le ragioni dell’essere antifascisti, le convinzioni, non devono esserlo le sue riflessioni e le sue pratiche contro ogni forma di torsione verso regimi criminali e tutte le forme di fascismo larvate o trionfanti perché solo l'intransigenza e l'unità d'azione possono sconfiggere il lupo se dovesse tornare Il fascismo aveva inquinato la società in maniera trasversale e i suoi vecchi oppositori lo sapevano bene.
Chi aveva combattuto il fascismo fin dalle origini ha dovuto respirare l'aria ammorbata della tirannide e subire il contagio dialettico, l'influsso della grossolanità e della violenza fascista e sentiva il dovere di riscattare - oltre che il popolo italiano -un po’ anche sé stesso dall'onta del fascismo, e iniziò così la guerra di liberazione, il rifiuto istintivo dei giovani si salvò con l'esperienza maturata in vent'anni dai vecchi e dai partiti riemersi dal periodo clandestino che il 9 settembre avevano dato vita al comitato di liberazione nazionale. Spontaneità e organizzazione si intrecciarono così alle generazioni che si guardavano in faccia dopo l'otto settembre. Incominciò una guerra aperta nazifascismo, preludio dell'Italia democratica che sarebbe sorta dalla guerra. Gli antifascisti storici sopravvissuti al ventennio presero le armi affiancando migliaia di militari del disciolto esercito che costituivano le prime bande proseguendo una guerra che era l'esatto opposto di quella precedente non per il dominio ma perché tutto questo delirio finisse. Quei 20 mesi attivarono una radicalità fino a quel momento impensabile in una porzione niente affatto irrilevante della società italiana frantumando barriere di genere e di ceto. Fondamentale la partecipazione femminile, al coinvolgimento di ogni strato sociale, dagli operai ai nobili, dai borghesi ai contadini e non a pochi esponenti del basso clero, nella guerra senza quartiere al nazifascismo. La resistenza italiana fu veramente una resistenza di popolo non nel senso che tutto il popolo italiano ha fatto la resistenza ma nel senso che chi ha fatto la resistenza rappresentava tutti gli strati sociali del popolo italiano. L'antifascismo non è solo una questione storica, ma rappresenta un valore assoluto che ci riguarda tutti. Oggi come allora dobbiamo continuare a lottare contro ogni forma di razzismo, sfruttamento, sopraffazione, discriminazione di genere e per tutti i diritti universali. L'antifascismo non è solo un'idea, ma è un'azione quotidiana che richiede impegno e coraggio. Ricordiamo il coraggio di quei giovani che hanno deciso di diventare partigiani, sacrificando la loro vita per la libertà del nostro paese. Sono stati loro a insegnarci che ogni singolo individuo può fare la differenza e che la lotta per la giustizia è una responsabilità di tutti. Oggi, in un momento in cui i valori dell'antifascismo sembrano essere messi in discussione, è ancora più importante riaffermare il nostro impegno a difendere la democrazia, la libertà e la giustizia. L'antifascismo è un faro che ci guida in questa lotta, un faro che ci ricorda la forza del nostro popolo unito nella lotta contro l'oppressione. Oggi celebriamo la vittoria dell'antifascismo e della libertà, ma sappiamo che la lotta non è mai finita. Continueremo a lottare per un futuro in cui i diritti e la dignità di tutti i popoli siano rispettati, in cui la democrazia e la libertà siano difese e in cui il coraggio dei partigiani sia sempre ricordato.