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24 novembre 2024

Vittorio Veneto

Al Flaminio lo scrittore Pino Roveredo

Confronto e dibattito molto apprezzato

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Pino Roveredo

VITTORIO VENETO – Nella scuola italiana, in diversi Istituti, sempre più spesso è avvertita l’esigenza di programmare iniziative culturali, con eventi, che superano la tradizionale prassi della spiegazione e successiva interrogazione.

Le assemblee studentische rappresentano momenti di vitalità e creatività, che vedono maggiormente protagonisti gli stessi studenti.

Come preannunciato da Oggitreviso, uno di questi momenti è stato organizzato dal Liceo “Flaminio”, che ha invitato lo scrittore Pino Roveredo (in foto), vincitore del Premio Campiello 2005 con la raccolta di racconti “Mandami a dire”, che per tale circostanza era già stato invitato al Flaminio.

L’incontro è stato molto apprezzato dagli studenti.

Ne abbiamo parlato con uno di loro, Mattia Och, che, dopo l’incontro, aveva commentato l’iniziativa con un post sui social.

1) Una prima considerazione di carattere generale...

Non è frequente incontrare persone dello spessore di Pino Roveredo. Noi studenti del liceo "M. Flaminio" di Vittorio Veneto abbiamo avuto questa possibilità sabato 25 gennaio, attraverso una serie d'incontri distribuiti nel corso della mattinata. Come nasce l'idea di organizzare questa iniziativa? Dunque, l'incontro è stato promosso dalla professoressa Alessandra Farolfi, che, con grande determinazione, assieme al contributo organizzativo della Dirigenza e dei rappresentanti d'Istituito, Giovanni, Martina, Gino e Maria Giulia, lo hanno reso possibile.

2) Chi è Pino Roveredo?

Triestino, classe 1954, figlio di genitori sordomuti, Roveredo ha utilizzato la scrittura come strumento di rinascita da una condizione di ribellione, che lo portò a sviluppare una dipendenza da alcool e conseguentemente a vivere la realtà carceraria e manicomiale.

3) Che cosa colpisce di lui?

La necessità di comunicare con i genitori attraverso un linguaggio non verbale lo rende capace di una rara espressività. Lo sguardo magnetico affiancato a parole pungenti, obbligano a riflettere sui temi proposti. Il suo valore traspare anche dalla volontà di non voler godere del prestigio di essere un brillante scrittore, quanto di impiegarsi come operatore sociale.

4) Per uno studente, perché sono importanti incontri come questo?

Dietro i banchi di scuola apprendiamo la filosofia, la letteratura, l' arte e le scienze. Scopriamo il valore della cultura, arma contro le scelte sbagliate. Sono incontri come questi a dimostrare come accanto alla bellezza di tali discipline ci sia la nostra vita, in tutte le sue fragilità. È sbagliato pensare di maturare limitandosi a non ripetere gli errori commessi dagli altri, quanto comprendere che accanto alla debolezza di Pino c' è la mia e la vostra. Ricordandoci che anche nello sbaglio, nelle difficoltà e nelle fragilità non dobbiamo mai mettere in discussione la nostra dignità.

5) Per concludere, quale considerazione dell'autore ti ha particolarmente colpito?

C'è stato un commento particolare di Roveredo, che ha suscitato grande commozione. La speranza che i suoi genitori, seppur defunti, fossero spiritualmente presenti nel momento della premiazione al Campiello e in ogni occasione di confronto col pubblico affinchè vedessero l'uomo che era diventato. Perchè, in fondo, il desiderio di rendere orgogliosi i nostri genitori è tanto forte da ragazzi quanto da persone adulte.

 


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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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