I contagi scendono, le scuole riaprono. Bisogna però andarci cauti
Maurizio Manno del CoVeSaP avverte che solo una vaccinazione ampia e rapida eviterà le ricadute in agguato.
| Tommaso Colla |
NORDEST - Riaprono lunedì prossimo le scuole superiori in Veneto. Più del ricorso al Tar è la curva dei contagi, in visibile e accertata discesa, a permetterlo. Le dita incrociate però le terranno un po' tutti nelle prossime settimane, nella speranza che lo "stop and go" si possa considerare archiviato a tutti gli effetti. Abbiamo fatto il punto della situazione ad oggi con il dott. Maurizio Manno del CoVeSaP.
La rotta dei contagi è stata invertita?
L’attuale andamento della pandemia in Veneto conferma la tendenza all’appiattimento della curva già in atto da alcuni giorni, in termini di diminuzione sia dei nuovi casi (“solo” +602 rispetto alle 24 ore precedenti) che di ricoveri, che di decessi (+72). Anche l’Rt mostra valori in calo.
Dati che hanno convinto il Governatore Zaia a riaprire le scuole da lunedì prossimo. Si continua ad andare in ordine sparso
La situazione in Europa è variegata: scuole aperte in Spagna, Portogallo e Belgio, chiuse in Germania, UK e, forse, da domani anche in Francia.
Invece altri, come il prof. Ricciardi consulente del ministro Speranza, a seguito della variante inglese e altre, chiedono il lockdown.
La questione non ha una risposta facile. Secondo l’ECDC (European Centre for Disease Control) la chiusura delle scuole è l’ultima risorsa nella guerra alla pandemia, non solo per i risvolti negativi sulla didattica e sulla socialità degli allievi.
Ma c’è chi non la pensa così...
Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, asserisce che gli effetti attesi dalla chiusura delle scuole dovrebbero tener conto anche del possibile maggior rischio di contagio per parenti adulti o anziani, e delle conseguenze negative delle minori cure ai pazienti Covid e non-Covid a causa delle assenze e congedi del personale sanitario che deve gestire i figli minori a casa.
E il CoVeSaP cosa ne pensa?
Secondo l’ECDC, e noi siamo d’accordo, la chiusura delle scuole dovrebbe essere attuata solo in assenza di altri provvedimenti più efficaci o qualora quelli adottati si dimostrino inadeguati o non percorribili. Tale valutazione si basa su una serie di osservazioni epidemiologiche.
Ossia?
E’ ormai comprovato, ad esempio, che gruppi di positivi (cluster) sono stati osservati tra bambini e ragazzi da 1 a 18 anni in vari paesi, ma in misura molto minore che non nella popolazione adulta. Inoltre, gli operatori scolastici non sono a maggior rischio di contagio di altre categorie di lavoratori. Inoltre, il rientro a scuola dopo le ferie estive, sempre secondo l’ECDC, non sembra aver giocato in molti paesi europei un ruolo importante nella ripresa dei contagi della seconda ondata.
Tuttavia di Covid si ammalano anche i giovani...
I bambini o i giovani possano infettarsi e ammalarsi di Covid-19, talora anche in forma grave (sindrome infiammatoria multisistemica, MIS). Tuttavia sia l’incidenza, ovvero il numero di nuovi casi in rapporto alla popolazione, che la gravità della malattia, in base ad esempio alla percentuale di ricoverati in terapia intensiva o alla mortalità, sono inferiori rispetto a quelle degli adulti.
Non sembrano significativi però, in termini percentuali, i focolai che sviluppatisi finora nelle scuole.
Secondo l’ISS solo il 2% dei focolai a livello nazionale si sono verificati in ambito scolastico. Anche l’iniziale osservazione dell’Imperial College che la variante inglese ad alta trasmissibilità del virus potesse avere una maggiore diffusione tra i bambini in età scolare non è stata confermata, nel senso che la variante è sì più contagiosa ma, parrebbe, in tutte le classi d’età.
Quali sono i rischi che si potranno ancora correre a scuola in definitiva?
I rischi di contagio legati alla scuola, sia diretti dei bambini che indiretti dei genitori e parenti, sembrano essere dovuti più alle situazioni esterne, come l’accesso e l’uscita da scuola, il trasporto collettivo o gli assembramenti all’esterno, che non alla frequenza in classe.
Quindi le raccomandazioni da lunedì prossimo saranno sempre le stesse
Si devono garantire tutte le misure di prevenzione, incluse quelle di protezione e disinfezione personale, ma anche di distanziamento e ventilazione, con garanzie di accessi e uscite separati, ambienti e banchi idonei, mense controllate, oltre che di continua e accurata informazione e formazione su come prevenire i rischi di una pandemia con cui i ragazzi dovranno convivere ancora a lungo.
Quanto a lungo quanto?
Non lo sa nessuno e purtroppo le notizie sui vaccini, sui cui tutti contiamo, non sembrano incoraggianti. Oltre al ritardo nella fornitura dei vaccini Pfizer-BioNtech, preoccupano le incertezze sull’efficacia di quelli di AstraZeneca o nei confronti delle nuove varianti, sulla durata della copertura vaccinale e sulla disponibilità, prevista dai protocolli, della seconda dose.
Sul fronte tamponi invece, stanno andando meglio le cose?
Permangono i dubbi sui tamponi rapidi falsi negativi - come più volte denunciato da Covesap - e sui possibili falsi positivi nei soggetti vaccinati.
C’è solo da sperare in una rapida vaccinazione...
Una vaccinazione, la più ampia e rapida possibile, rappresenta il principale presidio e un irrinunciabile obiettivo in tutte le fasce d’età.