Lasciata la palla (da football), prende il testimone (da Sforza)
E' Gianantonio Spinelli il candidato del centro destra a Pieve di Soligo
| Andrea De Polo |
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Gianantonio Spinelli
PIEVE DI SOLIGO - È un ex giocatore di football americano il candidato sindaco del centro destra a Pieve di Soligo. Si chiama Gianantonio Spinelli, ha 47 anni, ed è il presidente del Rugby Piave. Consulente aziendale di professione, alpino per passione. Non è iscritto ad alcun partito, e raccoglierà (con una civica pura) il testimone del sindaco uscente, Fabio Sforza. Spinelli è già stato vicesindaco nel 1997/98, e assessore dal 2004 al 2009. Sfiderà il candidato di Vivere Pieve, appoggiato dal Pd, Stefano Soldan. E per quanto riguarda…la stazza, sarà davvero Davide contro Golia.
Spinelli si presenta così: «Abito a Solighetto ma sono originario di Barbisano. La mia passione è il rugby, che a Pieve è una bellissima realtà. Da giovane ho giocato a football americano, con quelli che oggi sono i Castelfranco Cavaliers». Per quanto riguarda l’amministrazione del suo Comune, in caso di vittoria, Spinelli parla di un “trittico”: «Palasport, municipio a palazzo Vaccari, Unione dei Comuni». Di fatto, è un dare continuità al lavoro dell’amministrazione uscente, dalla quale si smarca solo per la maggiore neutralità politica
Il primo nodo da sciogliere, però, sarà la squadra per le amministrative. Il candidato sindaco non si sbilancia: «La squadra è ancora da rifinire, il nome della lista sarà deciso più avanti». Non tutti gli assessori uscenti saranno confermati. Tra i 16 nomi in lista troveremo sicuramente Alberto Villanova, e Rosalisa Ceschi. Il geologo Gino Lucchetta, invece, è in dubbio. Non rivedremo l’ex sindaco Fabio Sforza, che non si candiderà nemmeno a consigliere, e il suo vice, Giuseppe Calissoni. Out anche Nicola Sergio Stefani. E, probabilmente, anche Salvatore Cauchi. Da buon rugbysta, Spinelli inaugura la campagna elettorale all’insegna del fair play: «Conosco il mio sfidante Soldan, e so che siamo due persone serie. Mi aspetto solo discussioni su progetti e obiettivi. Una sfida leale orientata ai risultati». L’ultima battuta è ancora per l’avversario: «A Soldan dico…Stefano, stai sereno». Quello che dissero a Letta, il giorno prima che cadesse il governo.