L'inghiottitoio di Foro Boario
Dove sono i parcheggi pubblici che il comune ha già pagato e non ha ancora? Chi riesce a fare chiarezza sulla questione? Pd e Sel ci provano, ma...
VITTORIO VENETO – Più che un parcheggio sotterraneo, quello di piazza Foro Boario, a Serravalle, rischia di passare alla storia della città come un Grande Inghiottitoio. Un buco di 2659 metri cubi dove, oltre alle tonnellate di cemento necessarie a realizzarlo, sono finiti un bel po' di schei. Pubblici. E dove si sono inabissati (e impantanati) documenti e atti formali che le opposizioni da mesi cercano di scovare. Per ora senza fortuna.
Cosa ci sia sotto e soprattutto dietro i tre piani sotterranei del parcheggio di Foro Boario è un grande enigma. Deliberato più volte e costato ai cittadini l'inezia di quasi due milioni di euro. Sommetta che finora è stata versata dal comune per...non avere niente in mano.
A riportare la faccenda all'attenzione dei vittoriesi, sabato scorso, sono stati i consiglieri del Pd Alessandro De Bastiani e Giuseppe Costa, e il consigliere di Sel, Andriana Costantini.
Soap in opera. La storia della ristrutturazione dell'ex ospedale e della piazzotta Foro Boario inizia dieci anni fa. Anzi prima. Comincia nel 2001, quando il primo cittadino del Comune diventa Scottà e in provincia c'è Zaia. L'ex ospedale, fino al 2000, appartiene alla provincia. Una parte della struttura è diventata sede scolastica, l'altra parte cade a pezzi. Per anni idee, progetti e ipotesi diversi si susseguono con lo scopo di dare al manufatto connotazioni e funzioni utili alla città, e soprattutto al centro storico di Serravalle, che merita un rilancio.
Nel 2003, qualcosa si muove, anzi si vende. La provincia cede l'immobile all'Ater, che dice qualcosa tipo "Faccio tutto io non preoccupatevi".
Nel 2004 l'Ater si morde le dita. Le mancano (tutte) le risorse per realizzare il progetto di sistemazione: Cerchiamole presso i privati, dice. Detto, fatto. Affida il progetto a Camerin. L'impresa privata, a questo punto, non solo acquisisce il diritto di superficie del terreno su cui insiste l'immbobile (e lo slargo di Foro Boario), ma la proprietà.
Iniziano i lavori di ristrutturazione (si fanno le cose in grande immolando i cedri secolari che ombreggiavano la corte dell'ex ospedale e scavando nella pancia di Serravalle, vicino vicino all'alveo del Meschio) e i lavori finiscono, con un nuovo partner (l'Usl7) e una gran festa (pagata profumatamente anche dal comune).
Attualità. L'ex ospedale, ristrutturato, e divenuto, in parte, sede del distretto sanitario svetta sopra la superficie di Serravalle e pure sotto, dove si srotolano tre piani di parcheggi. Pubblici o privati?
Per concedere a Camerin di fare quello che ha fatto, il Comune delibera di ricevere dall'impresa 56 posti macchina, che dovrebbero essere della collettività. E ovviamente (ma non tanto ovviamente) Camerin si impegna a versare al comune gli oneri di urbanizzazione e di realizzare le opere che prevede per standard chiunque svolga una ristruttrazione. Il comune dovrebbe guadagnarci un sacco: il privato sistema la zona, il comune ced il diritto di superficie e di proprietà ma ha i parcheggi che gli servono. Serza sborsare nulla. Invece, delibera su delibera, le cose vanno diversamente: a tre anni dall'inaugurazione del complesso, il Comune non solo non èancora entrato in possesso dei parcheggi che gli spetano, ma ha pagato quasi due milioni di euro.
Per sistemare la faccenda, da quasi un anno si aspetta che Comune e Camerin firmino un ultimo atto: l'Atto di costituzione servitù ad uso pubblico, cessione di proprietà superficiaria e cessione del Compendio ex-ospedale.
Per firmare ci vuole tempo: otto, nove mesi. Dev'essere, questa, la firma più lunga della storia. Tanto lunga che, a oggi, non si è ancora materializzata.
E le perplessità da parte dei consiglieri di opposizione fioccano: "La costruzione del parcheggio dell’ex ospedale di Serravalle – spiega Alessandro De Bastiani – sarebbe dovuta avvenire“senza alcun onere per il Comune. I posti auto non sarebbero dovuti costare nulla ai vittoriesi. L’area in questione, precedentemente ceduta dal Comune all’Ater, era passata alla proprietà dell’impresa Camerin, che si era impegnata nella realizzazione del parcheggio. Nel 2005 hanno inizio i lavori e, dopo un anno, viene stipulata una convenzione tra Comune e Camerin, in cui il primo si impegna a pagare all’impresa 25.000 euro per ogni posto auto. Un bell’incremento rispetto alla cifra iniziale (di zero euro), ma –evidentemente – non sufficiente. Lavori in corso, viene stabilito che la giusta somma per ogni posto auto è di 34.393 euro. Così quando arriva il momento di pagare, il Comune “qualche onere” ce l’ha: 1 milione e 926mila euro.
Abbiamo proposto di istituire una commissione di inchiesta per indagare sulla faccenda – ha spiegato De Bastiani – perché ci sono una serie di delibere in cui ci si perde, e alcuni atti ancora non pervenuti. C’è un incrocio intricato di carte e documenti in cui sembra impossibile fare chiarezza. Inoltre – ha ricordato – la compravendita non è ancora stata conclusa”. La cifra, infatti, è stata versata all’impresa ma il parcheggio è rimasto di proprietà di Camerin in quanto, sebbene siano passati anni, non è ancora stato firmato il contratto che attesti in passaggio di proprietà dal privato al Comune. A detta del sindaco Gianantonio Da Re, le parti contraenti, Comune, Provincia, Uls 7 e Camerin, non hanno avuto il tempo per incontrarsi. E firmare. “Ma dopo che, nel caos, si è votato in consiglio comunale per l’istituzione della commissione – ha dichiarato De Bastiani – il verbale della votazione è stato falsato”.
Il milione che manca. Adriana Costantini, da qualche mese, ce la mette tutta per dare un senso a questa faccenda che un senso (ancora) non ce l’ha. “Dov’è il milione di euro che manca? – si è chiesta Costantini. E ha spiegato che – per costruire in città bisogna pagare due cose: gli oneri di urbanizzazione (con soldi o opere) e lo standard pubblico, che viene calcolato su parametri predefiniti. In questo caso Camerin ha pagato gli oneri di urbanizzazione mettendo a posto l’area interna di piazza Foro Boario per un milione di euro, e ha versato 152mila euro di scomputo. Mentre lo standard pubblico manca. L’impresa, in questo caso, avrebbe dovuto dare al comune 2300 mq di parcheggio e 2700 mq di area verde” Aree che – come ha fatto contare Costantini – non ci sono. “Se non c’è spazio per lo standard, questo si può monetizzare. Nel caso specifico, viene calcolato a un milione di euro. Ma, questo milione, dov’è?”
Trasparenza. Il milione, nonostante le due interpellanze presentate al riguardo da Andriana Costantini, non si trova. E nonostante le richieste scritte (così come richiesto dalla giunta vittoriese) le risposte non sono ancora arrivate. Le opposizioni attendono da parte della giunta, nessuna risposta è stata data. “La cosa che mi preoccupa - ha confessato Giuseppe Costa – è che se l’amministrazione ha lavorato serenamente non dovrebbe aver problemi a illustrare la faccenda. La trasparenza non è un valore qualificante, ma dovrebbe essere insito nella persona. Quattro mesi fa ho chiesto un documento che non mi è ancora pervenuto, Trovare le delibere è un calvario e il sito del comune non è certo un esempio di funzionalità.. Se uno sa di aver agito correttamente – ha concluso il consigliere – non ha difficoltà a rispondere”. E invece.
E, invece, oltre ai soldi, mancano le risposte, i documenti, i momenti di confronto. Come potrebbe essere stato l'incontro organizzato sabato nella sede de Pd vittoriese, che i rappresentanti della giunta hanno snobbato.