Il racconto degli studenti rientrati da Parigi, Manildo si commuove
Il sindaco e l'assessore Cabino fra gli studenti del Canova rientrati dalla gita scolastica, la prof:"Siamo stati fortunati"
| Isabella Loschi |
TREVISO - La tragica notte di Parigi, le sirene, la fuga verso l’albergo, la confusione nel capire cosa fosse realmente successo, è ancora un ricordo molto forte nelle menti dei ragazzi del liceo classico Canova, rientrati domenica sera dalla capatale francese.
Ieri il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore Caterina Cabino, hanno incontrato le due classi, II e III B e le insegnanti, per dare loro il “bentornato” e ringraziare le insegnati per il lavoro svolto. Durante l’incontro i racconti dei momenti e le emozioni vissute dai ragazzi quel tragico venerdì sera, e i due giorni seguenti, chiusi in albergo a guardare i canali francesi per capire cosa fosse realmente successo, hanno fatto commuovere il sindaco, che ha chiesto loro di inviargli delle proposte su come poter approfondire e riflettere assieme su quanto accaduto nella capitale francese.
“Non è stato semplice nascondere l’agitazione ai ragazzi e affrontare il rientro in albergo dalla torre Eiffel, dove ci trovavamo quando è arrivata la notizia degli attentati, trovare un taxi e raggiungere l’hotel tra le sirene della polizia e delle ambulanze"- racconta Raffaella Milite, insegnante di lettere tornando con la mente alla tragica notte di venerdì 13 novembre. “Solo rientrati in albergo abbiamo realmente capito cosa fosse successo dalla televisione. Quella notte ci sono state crisi d’ansia, ma è stato bello vedere come i ragazzi si sono uniti e si sono fatti forza e calmati a vicenda”. “Il giorno dopo, quando siamo riusciti a trovare un canale italiano, è stato il finimondo perché abbiamo iniziato a vedere i filmanti amatoriali dove si vedevano le persone morte. I luoghi degli attentati erano a pochi chilometri di distanza da noi. Luoghi dove eravamo stati il giorno prima e che avremmo visitato il giorno dopo. Siamo solo stati fortunati”- conclude l’insegnate.
“Questa tragica esperienza ci ha avvicinato molto - racconta uno studente del Canova - ci siamo fatti forza l’un l’altro e abbiamo rafforzato i legami tra di noi”.