Petizione per salvare i laghi, firma anche l'ex vicesindaco
Doris Carlet sostiene la raccolta firme e ne spiega le ragioni
REVINE – Doris Carlet del gruppo consiliare di minoranza “Insieme per un bel Comune” a Revine ha deciso di sottoscrivere la petizione per la salvaguardia dei laghi ma non si è limitata ad apporre la sua firma: poiché reputa cruciale intervenire a tutela de patrimonio lacustre ha deciso di spiegare pubblicamente le ragioni della sua decisione. “Come consigliere di minoranza, già Vicesindaco durante il mandato del Sindaco Coan, ho ritenuto di aderire alla petizione a salvaguardia dei Laghi di Revine Lago – Tarzo perché sposa a pieno il mio sentire e le azioni che, da cittadina impegnata e da Amministratore, ho portato avanti negli anni”.
Carlet prosegue: “Ho contribuito alla redazione del Piano Ambientale del Parco dei Laghi ed alla redazione del nuovo Regolamento comunale di Polizia Rurale che ha recepito integralmente i vincoli a tutela delle aree a Parco e Pre-parco, dettati dal Piano Ambientale. Ritengo che quanto fatto non sia sufficiente perché non tutto il territorio del bacino dei due laghi ha la medesima tutela. I due comuni che si affacciano sulle opposte sponde, nonostante abbiano in comune l’area del Parco e le norme indicative del Piano Ambientale del Parco dei Laghi, adottano Regolamenti attuativi diversi. Il persistere della presenza di elementi contaminanti nelle acque dei due laghi ed il problema di ossigenazione delle stesse ci dicono che è necessario, innanzitutto uniformare le regole di gestione del territorio dei due Comuni, nel senso più rispettoso per l’ecosistema, oltre che ricercare e individuare soluzioni per migliorare lo stato delle acque”.
La consigliera comunale d’opposizione quindi conclude: “Come minoranza abbiamo presentato una Mozione che chiede all’Amministrazione ed al Consiglio Comunale di attivarsi per poter accedere al Fondo istituito presso il Ministero dell’Ambiente e meglio noto come ‘Caschi Verdi per l’Ambiente’ che finanzia interventi di salvaguardia ambientale delle aree soggette a protezione (nel nostro caso) internazionale. L’intervento proposto è rivolto a promuover lo studio del sistema di ossigenazione delle acque e, se valido, l’acquisizione e installazione dei due ossigenatori, già previsti in un progetto Life non andato a buon fine”.