NUOVO POLO CHIRURGICO: PRIMO PASSO PER IL NUOVO OSPEDALE
L'inaugurazione disertata dalla Lega Nord, mentre il PdL ha schierato tutti i suoi esponenti, in primis il ministro Sacconi
| Milvana Citter |
CONEGLIANO - Inaugurato ieri mattina, lunedì, il nuovo blocco chirurgico del Santa Maria dei Battuti. Un polo con ambulatori e sale operatorie all’avanguardia che fa del nosocomio coneglianese un centro d’eccellenza nel panorama Veneto.
A tagliare il nastro il ministro Maurizio Sacconi che ha parlato del modello di sanità trevigiano da imitare non solo nel resto del Paese ma nella stessa regione Veneto: “Ci sono troppi ospedali anche da noi. Bisogna fare pulizia a casa propria e non usare come alibi la situazione di altre regioni”.
Assente illustre l'assessore regionale alla sanità Luca Coletto la cui presenza era annunciata. Assente anche il presidente della Regione Luca Zaia di solito molto affezionato al suo territorio. Assente il presidente della Provincia Leonardo Muraro. Insomma, tra i politici presenti, è stata scarsa per non dire nulla la presenza di esponenti del Carroccio. Esclusi i molti amministratori locali, nel parterre si è visto solo il consigliere regionale Federico Caner.
Massiccia invece la presenza del Pdl che ha schierato, oltre al ministro Sacconi, l'onorevole Fabio Gava, il senatore Maurizio Castro, l'assessore regionale Remo Sernagiotto, il vicepresidente della Provincia Floriano Zambon e il sindaco di Conegliano Alberto Maniero. Segno, forse, di qualche tensione di troppo anche a livello locale, tra le due anime della coalizione di governo.
Nove sale operatorie, 26 ambulatori, 104 posti letto con stanze da uno e due letti e l’elisuperficie per atterraggi e decolli delle eliambulanze. Svelato in tutto il suo splendore di ingegneria e architettura, il nuovo blocco chirurgico del Santa Maria dei Battuti. Un’opera del valore di circa 39 milioni di euro – il 70% finanziata dalla Regione per il 30% con un leasing “in costruendo” – che ha richiesto 650 giorni di lavoro per essere consegnata.
Un’inaugurazione che non segna però lo stop ai progetti dell’azienda sanitaria Usl 7, già pronta a lanciare la sfida del prossimo futuro per un ospedale che cresce: “Abbiamo già progettato una serie di interventi che trasformeranno il Santa Maria dei Battuti in un ospedale tutto nuovo. Il progetto è pronto e già inviato in Regione per la valutazione” spiega il direttore generale Del Favero.
Dopo l’avvio del blocco chirurgico il prossimo obiettivo è l’abbattimento dei vecchi prefabbricati che dal 1968 hanno ospitato reparti come la lungodegenza e la geriatria. Al loro posto nascerà un secondo polo dedicato all’area Diagnostico-Medico-Critica riservato quindi a pronto soccorso, medicina d’emergenza, rianimazione e diagnostica. Una parte dei vecchi padiglioni sarà ristruttura e vi troveranno posto le area della medicina più “soft”, mentre per la restante è previsto l’abbattimento per la creazione di un parco pubblico.
Rendering del polo area Diagnostico-Medico-Critica
“Uno degli handicap dell’ospedale è avere un ingresso unico fortemente congestionato e di avere poco spazio verde intorno – conclude Del Favero -. Con il nuovo blocco di area medico-critica potremo abbattere l’area est e rendere la struttura meglio collocata nella città”.
Un blocco chirurgico che diventa un altro fiore all’occhiello di un’azienda sanitaria che, ricorda il ministro Maurizio Sacconi, viene presa a modello per la sanità nazionale: “I risultati di questa realtà sono tali che il direttore generale Del Favero è uno degli specialisti chiamati a definire gli standard nazionali a cui, a partire dal 2013, tutti i servizi sanitari nazionali dovranno attenersi. Saranno presi a modello come riferimento i costi di tre regioni in Italia, le migliori nel rapporto efficienza-spesa nel 2011”. La sanità trevigiana presa a modello per stabilire i parametri di spesa non solo per il Paese ma anche per il Veneto stesso.
Sacconi ha espresso infatti parole dure nei confronti di alcune realtà regionali dove riorganizzazione e tagli non sono stati operati come servivano: “Nel tempo del dopo debito, nel quale ci troviamo, la soluzione non sono i tagli lineari che colpirebbero anche coloro che sono stati virtuosi riorganizzando e tagliando dove bisognava tagliare. I tagli vanno invece fatti sulle aree che sono state meno efficienti e devono adeguarsi. Nemmeno per il Veneto perché la regione non è omogenea, perché ci sono realtà dove non si sono fatte le riorganizzazioni e le chiusure che si sono fatte qui”.
Il messaggio è chiaro a va diretto alla Lega Nord rea di non aver ancora proceduto alla chiusura di alcuni ospedali nel veronese: “Noi chiediamo all’Italia, dal Lazio in giù di chiudere ospedali. Ma lo chiediamo anche al Veneto: chiudere ospedali per fare più salute, non meno salute. Situazioni che non ci sono solo nel Mezzogiorno ma anche nel Veneto e allora è necessario fare pulizia a casa propria”.