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17 febbraio 2025

Montebelluna

Oggi a Covolo l’ultimo saluto a Ottorino Petrin, una vita spesa per i diritti dei lavoratori

Ora in pensione, ha lavorato alla Sirti di Mareno e come sindacalista si è battuto contro le mansioni invalidanti sul lavoro. Il ricordo degli amici del sindacato

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Ottorino Petrin

PEDEROBBA – Oggi, venerdì 24 novembre, alle 15 il funerale di Ottorino Petrin nella chiesa di Covolo a Pederobba. Da qualche anno era in pensione dopo una vita trascorsa a lavorare come giuntista di linee telefoniche alla Sirti di Mareno dove, da sindacalista combattivo, si è battuto sempre per rivendicare i diritti dei lavoratori in particolare sul fronte delle mansioni usuranti e invalidanti. Ora che Ottorino si è spento a soli 62 anni gli amici del sindacato si interrogano sulla sua prematura dipartita. Petrin lascia la moglie Bruna, la figlia Desirèe con Simone e tantissimi amici e persone che lo conoscevano e stimavano.

Il ricordo degli amici del sindacato Augustin Bruno Breda e Manuela Marcon pubblicato sulla pagina Facebook Skatenati Electrolux
E' morta una persona eccezionale, Ottorino Petrin. Da pochi anni in pensione, dopo aver lavorato una vita alla SIRTI, nel cantiere di Mareno di Piave come giuntista di linee telefoniche. E' stato per molti anni un rappresentante dei lavoratori, un delegato RSU della Fiom Cgil, molto legato alla RSU Fiom dell'Electrolux, per idee e azione, ed era anche un rappresentante dei lavoratori sulla sicurezza.è sempre stato lui persona di grande cuore, in tutti i sensi e proprio il suo cuore ha ceduto. Su questo suo cuore, troppo grande, ingrossato, aveva fatto una lunga battaglia per dimostrare che questa anomalia era dovuta al lavoro: il lavoro di giuntista.
Un lavoro dove si prendono una miriadi di micro scosse, durante le operazioni di giunzione dei fili di rame, fili dove passano dati e voce, e che vengono eseguiti a linee telefoniche attive e mani nude, per la necessaria precisione dell'operazione. Scosse, che se pur molto lievi, nel tempo creano patologie cardiache.Petrin questa tesi l'aveva prima intuita empiricamente, vedendo altri colleghi via, via ammalarsi e poi morire, e poi provata su di sè, ammalatosi negli anni come tanti altri.

Ma capa tosta com'era fu protagonista, con lo Spisal di Conegliano e con l'allora direttore dott. Moro, che capì la fondatezza di quanto sosteneva Petrin, di un tentativo,attraverso ricostruzioni dei morti,dei malati,di cartelle cliniche, di una lunga indagine per trovare il nesso causale tra lavoro e malattia, per avviare la procedura utile a dimostrare e far riconoscere, quella patologia come una malattia professionale. Nesso che non furono in grado di stabilire con la certezza necessaria, utile ad arrivare a fissare conclusivamente anche all'INAIL il riconoscimento della malattia professionale. Non ci riuscirono i medici e tecnici coinvolti da più parti d'Italia, fu coinvolta anche l'università, a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio quel nesso. Non fu allora possibile. La scienza ha fallito li dove l'evidenza resta inconfutabile.

Ottorino, aveva allora come l'ha oggi l'oggettiva ragione, tanto che lo ha dimostrato conclusivamente con il suo cuore, prima compromesso durante la sua vita lavorativa e ora con la morte, ampiamente prematura. Come lui tanti altri giuntisti hanno pagato con la vita, una morte correlata dal lavoro. Altri continuano a soffrire e rischiare, sarebbe tempo di prendere coscienza che quel lavoro ha prodotto, produce e produrrà le gravi patologie al cuore.
Un lavoro che andrà scomparendo, collegato alla linee telefoniche in rame, "il doppino", come lo chiamano in gergo i tecnici giuntisti. Ora con le linee di fibra ottica il problema non ci sarà più. Ma per anni ancora ci saranno i giuntisti che
riparano i guasti delle linee in rame residue. E' questo un tratto della storia del Paese sconosciuto, dei tanti Ottorino Petrin, dei giuntisti, operai e tecnici al servizio delle comunicazioni del nostro tempo”.




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