Per il Tar è nullo il decreto carburanti sull'obbligo di esporre i prezzi
Il Tar del Lazio ha messo in discussione le regole del gioco nel settore dei carburanti, annullando il cosiddetto "decreto carburanti" emanato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy lo scorso marzo. La decisione del Tribunale amministrativo regionale è stata accolta con favore da una coalizione di operatori del settore, che sostenevano che le nuove norme imponessero loro obblighi "sproporzionati, ingiustamente afflittivi e irragionevoli."
Il cuore della questione riguardava l'obbligo imposto agli esercenti di esporre i prezzi medi dei carburanti, una mossa che alcuni definivano eccessiva e discriminatoria nei confronti dei distributori di carburante. Il Tar ha ritenuto che il decreto presentasse caratteristiche di una fonte normativa, invalidandolo per la mancanza di una preventiva comunicazione al presidente del Consiglio dei ministri e del parere del Consiglio di Stato.
La sentenza è stata accolta come una vittoria dagli oppositori delle misure, tra cui la Federazione gestori impianti carburanti e affini e la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti. Essi affermavano che le disposizioni comportavano sanzioni gravose e creavano disparità di trattamento rispetto ad altri operatori economici.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha reagito prontamente, annunciando un appello immediato al Consiglio di Stato con la richiesta di sospensione degli effetti della sentenza. In una nota, il ministero ha precisato che la decisione del Tar si concentrava su questioni procedurali, non mettendo in dubbio l'obbligo di esporre i prezzi previsto dalla legge.
Il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha difeso l'efficacia della norma sull'esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti, evidenziando una costante discesa dei prezzi da oltre un mese, nonostante le turbolenze geopolitiche. Secondo una nota ufficiale, i prezzi attuali si aggirano intorno a 1,827 euro al litro per il gasolio e 1,838 euro al litro per la benzina, con una riduzione di circa 10 cent al litro rispetto a quelli del 10 ottobre scorso.
In questo contesto di scontro giuridico, resta da capire come si evolverà la situazione e se il Consiglio di Stato confermerà o meno la decisione del Tar. Nel frattempo, i distributori di carburante in Italia continuano ad essere tenuti all'obbligo di esporre il prezzo medio giornaliero dei carburanti, mentre i consumatori possono segnalare eventuali irregolarità alle autorità competenti, come il ministero dello Sviluppo economico o l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. La battaglia legale sulle pompe è appena iniziata.
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