Vittorio Veneto piange “Bruno Pastina”
Per 47 anni produttore di paste a Serravalle, venerdì il funerale
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Nel suo laboratorio per 47 anni ha sfornato paste, torte, panettoni, brioche e tante altre specialità dolciarie. Cordoglio a Vittorio Veneto per la morte di Bruno De Faveri, conosciuto come “Bruno Pastina” per l’attività che ha portato avanti fino al 1993, quando era andato in pensione. Aveva 93 anni. Il funerale si terrà domani, venerdì, alle 15.30 nella chiesa di Santa Giustina dove questa sera, giovedì, alle 19 viene recitato il rosario. Poi la salma riposerà nel cimitero di Forcal. Lascia le figlie Daniela e Paola, il genero, i nipoti Alberto, Mattia con Federica e Beatrice con Emanuele, la pronipote Aurora.
Nato a Longhere, Bruno aveva imparato l’arte della pasticceria da giovane, lavorando a Cortina, Sacile e Pordenone, località che raggiungeva in bicicletta, partendo da Serravalle. Poi negli anni ’60 rilevò la gelateria “La bomboniera” in via Manin, a Vittorio Veneto, e da qui partì la sua attività in proprio: la moglie gestiva il locale, lui in laboratorio a preparare dolci. Pochi anni dopo il laboratorio si trasferì a Serravalle, sotto i portici di via Martiri della Libertà, prima dove ora si trova il Caffè Commercio (la terza vetrina sotto i portici), poi davanti al teatro Da Ponte, dove oggi ha sede l’associazione Serravalle Viva.
«Per 47 anni – ricorda la figlia Daniela – papà, con l’aiuto della mamma e dei dipendenti, ha prodotto nel suo laboratorio artigiano pasticceria all’ingrosso, rifornendo ogni giorno i locali di Vittorio Veneto, Cappella Maggiore, Fregona e Sarmede. Un lavoro duro, con orari pesanti, ma che gli piaceva molto. Sfornava krapfen, brioche, focacce a Pasqua e panettoni a Natale, torte nuziali e altre specialità durante l’anno». In tanti ricordano ancora il profumo che si respirava sotto i portici di Serravalle quando dai forni uscivano le tante specialità. De Faveri ha a lungo abitato a Serravalle, sopra al Caffè Commercio, per poi chiudere la sua vita a Forcal.
«Papà – ricorda poi la figlia – era un appassionato della natura e delle montagne, di caccia e di pesca. Era stato anche segretario dei cacciatori della zona Alpina. Era una persona molto generosa, empatica e anche per questo ha avuto molti amici».