Vittorio Veneto, sul monte Antares affiora quello che potrebbe essere un antichissimo reperto preistorico
Potrebbe essere la testa di un percussore usato da un cacciatore
VITTORIO VENETO - Ho un grande spirito d’osservazione. Alcuni giorni fa mentre peregrinavo come faccio da una vita sui troi dell’amato Monte Antares l’occhio si è posato su uno strano ciottolo con un occhiello scuro al centro. Raccoltolo, mi son reso conto che l’occhiello era in realtà un foro passante otturato dal terriccio. Di sassi bucati dall’ acqua se ne trovano in collina; stavo per lanciarlo via ma alcune particolarità mi hanno fortunatamente trattenuto. Tra esse la squadratura dei fori d’ingresso. Ora so bene che se si trova qualcosa di archeologico bisogna avvertire Carabinieri o la Soprintendenza ma suonare al Comando di via Boni dicendo che avevo trovato un sasso col buco mi sembrava imbarazzante.
Così ho cominciato a chiedere pareri diversi tra i quali due geologi han subito negato che quel tipo di foro potesse essere di origine naturale. Quindi è un manufatto. Di questo ho avvertito anche l’Assessore alla Cultura di Vittorio Veneto. A questo punto della storia mi autodenuncio anche sulla stampa. Se le autorità preposte penseranno sia utile visionare il reperto sono pronto a consegnarlo perché venga studiato ed a spiegare dove l’ho trovato. Ovviamente non ho alterato in alcun modo il luogo del ritrovamento. La mia ipotesi da profano? Che si tratti della testa di un percussore usato da un cacciatore che in quel luogo, vicino ad una sorgente e ad un punto di passaggio obbligato per la selvaggina, avesse un capanno di caccia. La mia fantasia si è spinta fino al punto da immaginare di aver scoperto un rarissimo reperto del paleolitico Homo Antarensis Supersapiens.
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