“Prosecco, la richiesta croata è inaccettabile. L’Ue difenda le eccellenze dei propri Stati”
La risposta secca arriva a seguito della proposta presentata dalla Croazia alla Commissione Ue di registrazione del nome Prosek per un vino bianco
| Ilaria Frare |
VENEZIA - Bocciata senza mezzi termini la richiesta di Zagabria di ottenere il riconoscimento della menzione "Prosek" ad un vino bianco locale. “No al Prosecco croato: bene ha fatto Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D alla commissione Agricoltura dell’Europarlamento, a scrivere al commissario Janusz Wojciechowski, così come Alessandra Moretti a presentare un’interrogazione urgente. Stiamo parlando di una denominazione protetta, non possiamo accettare certi comportamenti che rischiano di squalificare un nome e una produzione, oltre a ingannare i consumatori” afferma l'esponente PD.
La Croazia dunque torna ancora una volta alla carica e chiede nuovamente l’avvio delle procedure di riconoscimento della menzione tradizionale "Prosek" a livello Ue. Una richiesta che non è nuova a Bruxelles, in quanto la proposta di riconoscimento della denominazione era già stata avanzata nel 2013. Una proposta che venne fermamente rifiutata in quanto evocazione fin troppo evidente del vino Veneto per eccellenza.
Anche questa volta l'Italia non è stata a guardare ed ha subito inviato alla Ue un'istanza in cui richiede di non pubblicare nemmeno la richiesta croata nella Gazzetta Ufficiale . “C’era già stato un parere negativo nel 2013 proprio perché si creava confusione, non capiamo perché tornare all’attacco. Il regolamento Ue, tra l’altro, prevede che le Denominazioni di origine e le Indicazioni geografiche protette debbano essere tutelate da ogni abuso. E questo lo è.” continua Francesca De Zottis
“L’Unione Europea si preoccupi di garantire a tutti i Paesi membri di valorizzare le proprie specificità locali, anziché aiutarli a promuovere brutte copie delle eccellenze altrui. Una richiesta che è ancor più paradossale oggi che le Colline del Prosecco sono diventate patrimonio Unesco a testimonianza del legame con uno specifico territorio. La vera sfida, adesso, è rendere la produzione più sostenibile puntando sul metodo biologico, non certo la competizione con un vino croato, sulla cui qualità non discutiamo. Ma che non è e non potrà mai essere Prosecco”.