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17 febbraio 2025

Montebelluna

“Visioni urbane - l'arte incontra le persone” a Montebelluna

A partire da sabato la città si trasforma in un'esposizione d'arte

| Tracy Ngumbao Jefwa |

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| Tracy Ngumbao Jefwa |

Vittorio Marchi

MONTEBELLUNA - Torna in Città per il secondo anno “VISIONI URBANE - l'arte incontra le persone”, il progetto promosso dall’amministrazione comunale di Montebelluna assieme a Il Mosaico un Centro da Vivere che porta l’arte nelle piazze, nelle strade e nei negozi di Montebelluna con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il centro storico.

L’inaugurazione è fissata per sabato 30 luglio alle 10.30 in Corso Mazzini alla presenza del sindaco, Adalberto Bordin, dell’assessore al turismo, Debora Varaschin, della curatrice, la giovane montebellunese Elena Cavarzan e agli artisti coinvolti nel progetto. Focus dell’edizione 2022 è IL NUOVO MERCATO E LA COSTRUZIONE DELLA CITTA’, tema scelto perché coerente con i festeggiamenti del 150mo anniversario del trasferimento del mercato di Montebelluna dal Colle alla pianura, l’evento che ha determinato anche la nascita della Città così come oggi la conosciamo.

“Visioni Urbane” – in programma dal 30 luglio al 16 ottobre - è infatti inserita nel cartellone delle iniziative dedicate al 150mo e – come lo scorso anno – nasce dall’idea di portare l'arte fuori dai musei e dalle gallerie per immetterla nei luoghi del centro storico di Montebelluna, quotidianamente vissuti dalle persone.

Spiega l’assessore al turismo, Debora Varaschin: “Questo progetto nasce durante il periodo del lockdown quando ci si interrogava su come far vivere comunque alle persone iniziative di carattere culturale e turistico. Partendo da esperienze già presenti in altri territori come quelli nord europei, abbiamo improntato il progetto che ha preso forma nella sua prima edizione nel 2021. Il senso di Visioni Urbane è quello di creare una relazione tra le persone e il territorio che attraversano, di consolidare, grazie alla mediazione dell’espressione artistica, il rapporto con il tessuto urbano di Montebelluna, per rendere chi ne fa esperienza più consapevole e, di conseguenza, capace di darne maggiore valore. Lo scopo è quello di esplorare le possibilità di interazione tra linguaggi artistici e tessuto urbano, generando un percorso inedito e temporaneo che attraverserà vie, slarghi e piazze in un vero e proprio museo diffuso a cielo aperto, invertendo il paradigma per il quale devono essere le persone a cercare l’arte nei musei o nelle gallerie portandola per strada, nei luoghi dove le persone vivono”.

Questa edizione ispirata ai 150 anni della nuova Montebelluna, in cui la natura con il passare del tempo si impossessa o rimpossessa di spazi e materiali, metafora di una città del futuro dove la natura si integra e orienta il nuovo urbanesimo; così ogni artista esprime con il proprio linguaggio espressivo, le forme differenti e i materiali questo tema, lavorando talvolta per contrasti, altre volte per integrazioni o ancora per distillazioni; chi attraversa la città può fare quindi una lucida e razionale esperienza, che conduce ad una riflessione consapevole, ma anche immaginifica, sul futuro che vogliamo per la nostra città.

Commenta il sindaco, Adalberto Bordin: “Rigenerazione urbana, interazione, spazi aperti sono temi estremamente attuali e lo sono tanto più in un periodo storico come questo che, con l’emergenza pandemica, ci ha costretto ad un ripensamento del valore degli spazi, anche urbani, e della socialità. Visioni urbane che anche quest’anno vede come partner del Comune l’associazione Il Mosaico, che ringrazio, si propone come stimolo di riflessione e come occasione per vivere la Città fruendo delle opere d’arte disseminate nel centro in maniera diversa ed attiva. Questo perché non solo gli spazi pubblici ospiteranno le opere d’arte ma saranno i luoghi stessi a divenire opere d’arte e ad offrire l’opportunità, forse unica, di essere vissuti secondo modalità che sono fuori dall’ordinario perché sarà possibile muoversi, sostare e agire al loro interno, creare momenti di socialità e di condivisione spontanea di esperienze”.

Ad occuparsi del progetto da punto di vista tecnico è quest’anno Elena Caverzan con laurea triennale in Conservazione e gestione dei beni e delle attività culturali e magistrale in Storia delle arti e conservazione dei beni artistici alla Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha già collaborato alla realizzazione di altre mostre come collaboratrice per altre gallerie e collabora con OrlerTV.

Spiega Elena Caverzan: “Sono onorata di poter collaborare con il mio Comune. Visioni Urbane è un’iniziativa che porta l’arte contemporanea nella quotidianità dei cittadini: cinque linguaggi interagiscono tra loro per gettare una nuova luce sulla scena artistica locale. Oltre alle opere collocate all’esterno, alcune opere trovano collocazione anche in attività commerciali attive per quelle forme di arte che necessitano di essere poste in ambienti protetti e chiusi. Il progetto per questa edizione vede coinvolti un numero di artisti inferiore, ma che espongono più opere, una scelta fatta per valorizzare ulteriormente la loro espressività così da costruire dei veri e propri dialoghi tra i luoghi e la comunità attraverso i molteplici canali della loro produzione artistica”.

5 gli artisti coinvolti e 20 sono le opere esposte in altrettanti punti della Città.

Davide Martinazzo
La ricerca pittorica di Davide Martinazzo si basa sulla creazione di un universo slegato dalle contingenze della vita ma ricco di richiami alla dimensione dei sentimenti, concepiti come l’unica esperienza che accomuna tutti gli individui. Nelle sue opere emergono figure dal carattere iconico come cuori, farfalle, note musicali, parole e grafismi che si legano ai ricordi dell’artista e che formano un personale dizionario ideografico. Sono oggetti appartenenti ad un immaginario collettivo e consente l’instaurarsi di un dialogo costante con lo spettatore, che viene in qualche modo chiamato a partecipare ad un viaggio a ritroso che porterà alla riscoperta dello stupore di fronte alle cose del mondo.

Piazza N. Tommaseo - Rotonda Via Montello
• A1 Nessuna simmetria e mancanza di misura è più grande di quella dell’anima stessa rispetto al corpo stesso - 2015, ferro dolce
• A2 Volo libero - 2018, ferro corten
• A3 Non sapete che proprio tra voi visse la generazione umana migliore e più bella - 2014, ferro dolce ossidato

Valentino Moro
Gli alberi inquieti di Valentino Moro nascono dalla conoscenza estrema e profonda di un materiale a lungo indagato, sofferto e alla fine dominato ed innalzato ad espressione poetica. Si tratta di una vera e propria alchimia, di una trasmutazione della sostanza verso un processo di emancipazione spirituale che è conquista interiore magica e assoluta. Riuscire a trasformare il male e il dolore in un’opportunità di riscatto è ancora alchimia, questa volta in funzione addirittura mistica e terapeutica. Nascono così le viti in ferro, le piante predilette del nostro artista contorte e ricurve contengono lo sforzo di un’azione sempre in bilico, perennemente in tensione tra la terra e il vuoto del cielo.

Corso Mazzini - Via Garibaldi
• B1 Dinamismo - 2021, ferro
• B2 Riflesso - 2021, ferro
• B3 Trasformazione - 2017, ferro, cemento
• B4 Life - 2017, ferro, cemento

Vinicio Momoli
Vinicio Momoli nei primi anni Settanta si avvicina al design e all’architettura per concentrarsi, successivamente, sull’arte. Nei decenni, ha realizzato sculture e installazioni in malta e ferro, poi opere in gomma fusa colorata e ora sculture monumentali in pietra e marmo e opere e installazioni in plexiglas, vetro e smalti. Si ispira al minimalismo americano ma compie una virata verso l’Antiform e la Process Art. Evita il rigorismo dell’astrazione geometrica introducendo il colore e manipolando i materiali dando vita a forme non convenzionali. Attento al rapporto tra materia, superficie, forma e colore, ascolta e asseconda la risposta fisica dei materiali alle sollecitazioni esercitate.

Piazza G. D'Annunzio
• C1 Footprint - 2022, pietra
• C2 Timeless - 2022, pietra, gomma
• C3 Inception - 2022, ferro, gomma

Tommaso Perin
Tra le svariate icone senza tempo che celebrano la storia della città di Montebelluna risalta senza dubbio il secolare rapporto fra la città e la produzione di scarpe. Tommaso Perin, a soli 15 anni, dedica ai famosi MOON BOOT, dei quali la città vanta l'invenzione nel 1978, i suoi due astronauti in argilla, crema refrattaria e smalti. Entrambi seduti su una roccia lunare, il primo ha appena appoggiato accanto a sé un libro e, con aria metafisica, attende e contempla lo spazio circostante riflettendo su quanto appena appreso. Il secondo invece, riprende la posizione della Dea Bellona (simbolo della città) rinunciando tuttavia all’iconografia classica che la vedeva stringere in mano una lancia, e sorregge un rametto d’ulivo che simboleggia la pace.

Via Partigiani
• D1 Pace Lunare - 2022, argilla cioccolato,
• crema refrattaria, vetro, smalto, foglia oro
• D2 Lo "spazio" della lettura - 2022, argilla cioccolato, crema refrattaria, vetro, smalto, foglia oro

Vittorio Marchi  (nella foto mentre dipinge nel suo atelier) 
I soggetti raffigurati dal pittore Vittorio Marchi raccontano scene di vita quotidiana dei luoghi in cui è nato e cresciuto: i paesaggi tipici del trevigiano. La scelta di dipingere en plein air e i rapidi tocchi sembrano non allontanarsi affatto dai gesti fulminei e dalla naturalezza espressiva che hanno contraddistinto la corrente impressionista. Così come il suo critico d’arte, Lorena Gava, spiega, la trasformazione del pittore avviene attraverso la freschezza dell’aria che muove e anima i suoi soggetti, ed è una effervescenza chiaramente percepibile in tutti i suoi quadri a cominciare dagli anni Settanta, quando ancora la composizione risultava più moderata. Durante gli anni Novanta, questo controllo sfugge dalle mani del pittore e le sue opere diventano più materiche e vibranti.

OXFORD SCHOOL
BIN CAFFÈ
POLIN
ABBIGLIAMENTO
#ZEROSEDICI
#ZEROSEDICI
VIA MANZONI
BAZAR MILANESE
LA SAPONARIA
BIOSTORIE

• E1 Atmosfera collinare - 2022, olio su tela
• E2 Armonia primaverile - 2010, olio su tela
• E3 Riflessi d'agosto - 2010, olio su tavola
• E4 Luci e colori a Casier - 2018, olio su cartoncino intelato
• E5 Primavera montelliana - 2020, olio su tela
• E6 Rustici in Canal Vecio - 2014, olio su tela
• E7 La valle - 2010, olio su tavola
• E8 Giallo Estate - 2006, olio su tela
 

 


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Tracy Ngumbao Jefwa

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