9 vittoriesi morti in mare. L'8 giugno 1916
Una serata per ricordare "una delle più grandi tragedie della marineria"
| Stefania Rotella |
VITTORIO VENETO - Gaetano Baccichet, Paolo Barel, Luigi Braido, Giuseppe Casagrande, Vincenzo De Nadai, Luigi Lissandri, Tiziano Scottà, Antonio Turbian, Domenico Turbian. “Sono i nove vittoriesi appartenenti al 55° reggimento fanteria Marche che morirono in cinque minuti in mare nell’affondamento del piroscafo Principe Umberto la notte dell’8 giugno 1916 nella rotta Valona-Taranto a causa dell’attacco di due sommergibili nemici. Una delle più grandi tragedie della marineria italiana, con 1926 morti, tra cui 70 giovani delle nostre zone, in tutto 521 trevigiani”.
Lo ha raccontato lunedì sera alla sala civica del Museo della Battaglia, per ricordare il centenario della prima guerra mondiale, l’ammiraglio Roberto Domini (in foto), per 36 anni ufficiale di Stato Maggiore della Marina Militare, originario di Padova, che dopo aver girato il mondo a bordo delle navi militari italiane Ardito e Audace, essere stato comandante della base navale di Venezia, di Augusta in Sicilia, titolare della cattedra di strategia marittima e storia militare, nel 2012 ha lasciato la marina da Capitano di vascello.
Domini, che abita a Vittorio Veneto con la famiglia, ha raccontato, insieme al figlio Ludovico, la storia di “ Venezia,l’Adriatico,l’Italia. Storia della guerra navale nella prima guerra mondiale”. “Mai nella grande guerra- ha ricordato Domini- sono mancati in un tempo tanto breve, 5 minuti, tanti trevisani come in quella circostanza. Sono morti in mare, nella fredda notte, incapaci di capire cosa stesse loro accadendo, incapaci di modificare il loro destino. Le urla strazianti, la consapevolezza di non potercela fare, il pensiero alle madri e alle mogli lontane. Ho scelto l’8 giugno per parlarvi della guerra sul mare sia perché possiate ricordare l’affondamento del Principe Umberto così drammatico per la provincia di Treviso a quasi cento anni dall’evento, sia perché possiate capire come la guerra sul mare non sia poi così lontana, in quanto anch’essa è parte della vita di questa città”.
“Il dominio dell’Adriatico è stata la motivazione principale per l’entrata in guerra dell’Italia- ha spiegato Domini- Venezia aveva reso l’Adriatico un golfo di proprietà, così l’Italia intendeva riprendersi ciò che l’Austria aveva tolto a Venezia. Ciò non è accaduto per la formazione di un potere marittimo jugoslavo. Pur cercando di dare un significato positivo ai sacrifici dei nostri marinai, dei nostri soldati che hanno creduto nella costruzione di un’ Italia migliore, non ho potuto non ricordare la storia del Principe Umberto. Perché a morire è stata la nostra gente. La guerra sul mare non è qualcosa di distante da queste terre e Vittorio Veneto ha una sua anima marittima”.
Una serata organizzata da Lions Club Vittorio Veneto, Comune, associazione nazionale marinai d’Italia, associazione di cultura classica delegazione Forcellini, università per la formazione continua Ippolito Pinto.