ROMA - Dopo un solo giorno di consultazioni, domani il presidente della Repubblica deciderà a chi dare l'incarico per formare un nuovo governo.

La convocazione avverrà non prima delle 10.30 dal momento che Napolitano alle 10 è atteso alla camera ardente per Antonio Maccanico. Considerando anche i tempi per il rientro al Quirinale, il tutto non potrà avvenire prima delle 10.30-11. Nomi, al termine delle consultazioni, non ne escono, anche se il tam tam di palazzo da' in calo le quotazioni di Matteo Renzi, stabili quelle di Giuliano Amato e in crescita quelle di Enrico Letta.

Dopo la mattinata istituzionale con i presidenti del Parlamento Pietro Grasso e Laura Boldrini, l'ultima delegazione a salire sul Colle è stata quella del Pd. Al presidente Giorgio Napolitano abbiamo espresso la "disponibilità e volontà del Pd di concorrere alla nascita di un governo", ha detto Enrico Letta al termine dell'incontro. "Ci atterremo alle decisioni che domani prenderà Napolitano" ma per il Pd sono essenziali ''due punti: l'emergenza economica e sociale con il problema del lavoro che non c'e', la disoccupazione giovanile, far cambiare linea all'Europa che su questo non ha dato risposte sufficienti". L'altro punto è la "riforma della politica con la necessità di dare risposte -ha proseguito Letta-. Risposte che necessitano scelte che in tempi certi cambino la Costituzione, la riduzione dei parlamentari, abolire le province, il Senato delle regioni e la nuova legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i propri parlamentari. Senza riforma della politica non c'è possibilità di una via d'uscita dalla crisi".

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