CACCIA: CON LA DEROGA IL VENETO LEGALIZZA BRACCONAGGIO
I consiglieri dell’Italia dei Valori si stanno battendo affinché la Regione rispetti i dettami UE e italiani sul tema
| Laura Tuveri |
TREVISO - “La legge sulla caccia in deroga è illegittima: porterà una sicura multa dall’Unione europea, depenalizzerà un reato e consegnerà ai cacciatori veneti l’immunità. Non vogliamo che con questa norma il Consiglio regionale legalizzi il bracconaggio, che in altre parti d’Italia è sanzionato penalmente”.
Così il gruppo di Italia dei Valori, con il consigliere Gennaro Marotta, punta i riflettori su un punto eclatante del provvedimento adesso in discussione a palazzo Ferro Fini. Gustavo Franchetto spiega il punto di vista IdV con un esempio: “Se un cacciatore abbatte una pispola (un uccellino da 12 grammi) a Sacile, in Friuli, commette un reato e va sotto processo.
Se lo stesso cacciatore abbatte una pispola a Conegliano, a pochi chilometri di distanza, se ne torna a casa impunito. Ecco quello che decide questa legge, che una maggioranza cieca e sorda continua a portare avanti”. “Il testo del centrodestra – spiega l’altro consigliere regionale del partito fondato da Di Pietro, Antonino Pipitone – cozza contro la legge-quadro nazionale sulla caccia, la n. 157 del 1992, che all’articolo 30 elenca casi di sanzioni penali, tra cui quelle per chi abbatte animali protetti. Proprio come Pispola, Prispolone o Fringuello, inseriti nella legge veneta sulla caccia in deroga che stiamo contrastando in aula”.