Careni gremito per il faccia a faccia
Soldan e Spinelli pareggiano (e si fanno i regali), vince il fair play
| Andrea De Polo |
PIEVE DI SOLIGO – Un successo di pubblico, e un sostanziale pareggio tra i due candidati, il faccia a faccia tra Gianantonio Spinelli e Stefano Soldan organizzato da Il Quindicinale e OggiTreviso. Mercoledì sera circa 400 persone hanno occupato tutti i posti a sedere del teatro Careni (e più di qualcuno è rimasto in piedi), per assistere all’unico confronto pubblico tra i due candidati sindaco. Che, alla fine, si sono scoperti più simili del previsto.
Applausi (tanti) per il tenore Elvis Fanton, giovane promessa della lirica italiana, che a inizio serata ha salutato i due candidati con l’inno di Mameli. Poi, spazio al confronto. Spinelli e Soldan (che si conoscono da ben prima di questa campagna elettorale) hanno usato…il fioretto. Sui temi caldi, la pensano (quasi) allo stesso modo.
Il palazzetto. Spinelli ha annunciato che ormai ci siamo: «Basta scegliere la marca della bottiglia di Prosecco da stappare per l’inaugurazione». Tempistiche? «Cantiere entro novembre, fine lavori nel 2016». Soldan ha fugato ogni dubbio: «Anche se lo avremmo fatto diversamente, in caso di vittoria della nostra lista la costruzione del palazzetto non si fermerà».
Il municipio. Entrambi i candidati vogliono mettere fine alla diaspora degli uffici comunali, portandoli tutti a palazzo Vaccari. Prima, però, bisogna ristrutturarlo. Per entrambi i soldi ci sono, e allora la partita si gioca sui tempi: «Affidamento lavori entro novembre, fine cantiere in due anni» auspica Spinelli. «Ci vorranno tre o quattro anni» secondo il più cauto Soldan.
L’aria. Arpav dice che a Pieve di Soligo si respirano le stesse polveri sottili che ci sono in centro a Treviso. «Non siamo un territorio fortunato, dal punto di vista morfologico» spiega Soldan; «L’aria non ha confini, e il problema riguarda un po’ tutto il Quartier del Piave» è la tesi di Spinelli. Per entrambi sì a nuovi monitoraggi, ma la rivoluzione deve partire (anche) dai cittadini: meno auto, più biciclette.
I profughi. Porte chiuse ai profughi. Non li vuole Spinelli, non li vuole Soldan: nessun razzismo, semplicemente non ci sarebbero gli spazi. «Non c’è posto per loro a Pieve, abbiamo già dato» è la tesi del primo; «Non possiamo risolvere noi questo problema, le porte sono chiuse» gli fa eco il secondo.
Dopo cinque anni di consigli comunali incandescenti, la campagna elettorale vira verso il fair play. Tanto che Soldan, a fine confronto, ha fatto un regalo (con tanto di fiocco e confezione) a Spinelli. Dentro il pacchetto, un libro: “Cinque meditazioni sulla bellezza”, di François Chung. Spinelli ha ringraziato. E ha promesso che presto ricambierà.