Ci sono le mummie (e non solo)!
Egitto.Viaggio verso l’immortalità: cento reperti originali in mostra a Palazzo Sarcinelli
| Emanuela Da Ros |
CONEGLIANO - E veniamo a scoprire che le mummie non si chiamavano mummie (gli Egizi avevano un’altra parola, Sah (ovvero “nobiltà” o “dignità”), per definire i corpi imbalsamati): furono i persiani a chiamarle così dalla parola mūm, nome della sostanza (un miscuglio di bitume, mirra, zafferano, balsamo e altri aromi) che veniva usata nell'imbalsamazione. Veniamo a scoprire che gli Egizi, nelle tombe, oltre al corredo funerario, i gioielli e gli amuleti, si portavano gli ushabti (parola che significa “colui che ascolta”), delle statuette a cui il defunto chiedeva aiuto nel caso fosse stato chiamato a lavorare anche dopo la morte…Se, come pensava, gli avessero ordinato di dissodare il terreno, seminare, raccogliere i frutti, aveva qualcuno disposto a farlo al suo posto (pensa un po’: il lavoro li inseguiva anche dopo la dipartita: altro che pensionamento!).
Sono tante e sorprendenti le curiosità che emergono dalla mostra Egitto. Viaggio verso l’immortalità, che aprirà i battenti domani - e sarà visitabile fino al 6 aprile - a Palazzo Sarcinelli. Curata da Maria Cristina Guidotti, ideata da Contemporanea Progetti, organizzata da ARTIKA e CP, in collaborazione con la Città di Conegliano, la mostra propone circa 100 reperti provenienti dai depositi del Museo archeologico nazionale di Firenze (il 2° in Italia, dopo quello di Torino, per manufatti provenienti dall’antico Egitto). “In questa mostra - dicono i curatori - vi attende un’esperienza che va oltre la mera contemplazione di reperti: sarà un incontro ravvicinato con le credenze, i riti e la spiritualità di un popolo che ha fatto della vita eterna la propria missione. Non è solo storia, è un invito a camminare fianco a fianco con l’immortalità”.
“EGITTO. Viaggio verso l’immortalità” propone mummie, sculture e corredi funerari: l’esposizione racconta il viaggio verso l'eternità degli antichi egizi, esplorando le loro pratiche di imbalsamazione e i rituali funebri. Ampio spazio è dedicato al corredo funerario, che accompagnava il defunto nel suo percorso verso i Campi di Iaru, l’equivalente egizio dei Campi Elisi, garantendo la continuità della vita nell’aldilà. Tra i reperti esposti ne figurano alcuni scoperti durante le spedizioni guidate da Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini, padre dell'egittologia italiana.
Attraverso una narrazione storica che copre oltre 2000 anni, dal Medio Regno (fine III millennio a.C.) fino all'epoca Greco-Romana, la mostra presenta un’interessante opportunità per avvicinarsi a una storia suggestiva ed è particolarmente indicata alle scolaresche, per le quali il comune di Conegliano ha predisposto l’accesso gratuito su prenotazione. Orari di apertura e informazioni consultabili al sito mostre@artika.it o chiamando la biglietteria: 3518099706.
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