MONTEBELLUNA - A Montebelluna si è discusso lungamente dei problemi e delle soluzioni per salvaguardare le piscine, nel corso della commissione comunale riunitasi martedì. I consiglieri comunali di minoranza in quelle sede hanno avanzato numerose proposte per scongiurare il peggio, vista l'enorme pressione economica esercitata dal caro bollette sulla gestione degli impianti natatori montebellunesi. Il tema sta a cuore a tanti e durante alla seduta della commissione hanno assistito diversi cittadini. La consapevolezza della gravità della situazione venutasi a creare infatti è oramai sempre più diffusa, d'altronde in Italia il 25% degli impianti natatori sono stati chiusi e gli altri non godono di buona salute a causa dell’aumento dei costi dell’energia. Ma ecco cosa hanno proposto le minoranze:

"Abbiamo richiesto a quanto ammonta l’avanzo di amministrazione disponibile, perché almeno 500.000 euro dovrebbero ancora essere disponibili. Inoltre ci è stato riferito che c’è ancora a disposizione la somma ricevuta dallo stato come risarcimento per la vicenda del fondo di solidarietà. In questo caso si parla di un tesoretto cospicuo che supera il milione e mezzo di euro - spiega Davide Quaggiotto -. Successivamente abbiamo richiesto se sia possibile chiedere ai sindaci dei comuni in cui risiedono gli utenti dell’impianto natatorio, di compartecipare alle spese. Abbiamo poi proposto di creare un conto corrente dove i cittadini possano versare un contributo, come fatto in passato per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. Inoltre, considerando quanto fatto per salvaguardare alcuni affreschi di Villa Pisani durante la scorsa legislatura, abbiamo richiesto al sindaco di verificare la disponibilità da parte di eventuali imprenditori nel dare una mano. Ciò è quanto abbiamo proposto per intervenire nell’immediato".

Ma le minoranze hanno anche ipotizzato altre vie risolutive: "Per quanto riguarda gli interventi strutturali di efficientamento energetico che potrebbero risolvere o attenuare il problema dei costi energetici abbiamo proposto l’uso dello strumento dello sport bonus che è analogo all’art bonus: un privato che finanzia un investimento di una società sportiva ha diritto al 65% di detrazioni fiscali. Abbiamo poi richiesto di verificare se ci sono bandi utili finanziati dal PNRR. Anche il coinvolgimento dell’istituto di credito sportivo potrebbe essere una buona idea, anche se ieri non se n’è parlato. Abbiamo comunicato queste idee pensando che l’utilizzo di più strumenti possa essere utile per aiutare le piscine, sapendo che anche per i comuni questo non è un periodo semplice e che ci sono tanti bisogni della comunità da soddisfare".

Poichè l'impianto montebellunese è fruito da tutti i comuni del circondario è stato ipotizzato anche un più ampio coinvolgimento: "E’ indubbio che anche la regione e il governo debbano farsi carico del problema piscine perché i comuni non devono essere lasciati soli. Per questo motivo abbiamo sollecitato l’amministrazione ad inviare la lettera sottoscritta dai sindaci del territorio, perché non è stata ancora spedita ed è in questo periodo che il governo decide come spendere le proprie risorse. Infine abbiamo auspicato che il governo non abbandoni i primi cittadini: molti faticano a chiudere il bilancio entro fine anno, tuttavia nell’ultimo decreto non sono stati previsti finanziamenti per i comuni. Inoltre recentemente la maggioranza parlamentare ha bocciato l’emendamento presentato da Piero Fassino facendosi carico delle istanze del trevigiano, per rimpinguare il fondo per i comuni a sostegno degli impianti sportivi".