Confronto tra i candidati alle elezioni europee a Castelfranco: economia e natalità al centro del dibattito
Cattapan: “come possiamo difendere il nostro ‘made in Castellana’?”
CASTELFRANCO VENETO - Ieri sera, nei nuovi spazi della Confartigianato Imprese Castelfranco, si è svolto un vivace confronto tra i candidati alle prossime elezioni europee. L'incontro ha visto la partecipazione in presenza di Cristina Andretta, rappresentante di Forza Italia, e Stefano Dall’Agata, dell'Alleanza Verdi Sinistra. Collegati da remoto, hanno contribuito al dibattito anche Andrea Bordin del Movimento 5 Stelle e Dario Dongo di Pace Terra Dignità. Tra i temi principali discussi durante l'incontro, il mercato unico europeo e il Made in Italy hanno occupato un posto di rilievo. I candidati hanno affrontato la questione di come rendere le imprese italiane più competitive senza subire le conseguenze negative dell'importazione.
Un altro argomento centrale è stato quello delle politiche di sostegno alla famiglia e ai nuovi genitori, considerate cruciali per contrastare il preoccupante calo della natalità nel Paese. La salvaguardia delle specificità di ogni nazione e, in particolare, del territorio italiano nel contesto europeo ha suscitato un intenso dibattito. Le diverse posizioni dei candidati hanno messo in luce approcci e strategie differenti per preservare le peculiarità locali senza ostacolare l'integrazione e la cooperazione a livello europeo. L'evento ha offerto agli elettori un'occasione preziosa per conoscere meglio le proposte e le visioni dei candidati, in vista delle imminenti elezioni europee.
“Parliamo di Unione Europea in prossimità delle elezioni – dichiara Maurizio Cattapan, presidente di Confartigianato Imprese Castelfranco Veneto – ma la realtà è che noi tutti la consideriamo qualcosa di lontano difficilmente raggiungibile. Eppure le politiche europee hanno un riflesso diretto sulla nostra vita quotidiana e soprattutto nelle strategie delle nostre imprese artigiane. Per guardare al futuro, anche in ottica di internazionalizzazione, abbiamo bisogno di interlocutori vicini, concreti che conoscano le nostre realtà e siano in grado di difenderle e di consentirci di poter accedere alle opportunità europee. La nostra competitività in europea può solo crescere ma per farlo dobbiamo ridurre le barriere che ci dividono e distanziano dagli altri Paesi”.
“L’Europa può aiutare le imprese agendo sulle filiere, facendo in modo di individuare quali sono i punti di eccellenza e verificando i punti di debolezza – Stefano Dall’Agata, candidato Alleanza Verdi Sinistra – Alla base di tutto l’importanza di rafforzare le reti, creare dei distretti in cui le imprese, pur nella loro diversità, possano condividere percorsi di ricerca comuni. Aumentare la collaborazione con le università per coniugare, quindi, l’esperienza degli imprenditori delle PMI all’innovazione dei centri di ricerca. Il sapere condiviso e le reti di imprese significano competitività per le piccole imprese. L’Europa deve quindi razionalizzare le norme e dare certezza dei percorsi anche in termini di tempistiche”.
“I colossi del settore alimentare tendono verso regole sempre più complesse che alzano la cosiddetta “red line”, rendendo impossibile per la piccola impresa convivere e stare al passo di una burocrazia soffocante che non valorizza i propri prodotti – Dario Dongo, candidato Pace Terra Dignità – Dobbiamo lavorare per migliorare l’etichettatura di tutti i prodotti e possibilmente evidenziare l’origine delle materie prime o per lo meno degli ingredienti più significativi quindi quelli che rappresentano almeno il 50%. Questo è fondamentale, come anche la grande battaglia contro le pratiche sleali. Ottenere tutela dalle pratiche commerciali per contrastare le politiche sottocosto e lo squilibrio del potere contrattuale tra filiera produttiva e grande produzione, foodservice.”
“Occorre tornare a spendere i soldi del Recovery Fund in modo corretto, utilizzare il PNRR per la transizione ecologica e digitale e non per eventuali costruzioni di armi. È necessario estendere la protezione delle indicazioni geografiche a tutti i settori, preservando il patrimonio italiano e combattere la concorrenza sleale – ha commentato Andrea Bardin, Movimento 5 Stelle – Imporre maggiore trasparenza e tracciabilità soprattutto nel settore tessile e tutelare il marchio Made in Italy, ma anche snellire i processi burocratici e amministrativi e dare tempi più corti alle piccole e medie imprese. Inoltre, serve mettere al bando i prodotti che derivano da lavoro forzato e incentivare il ritorno delle imprese che hanno delocalizzato. Serve una tassazione equa e progressiva, leggi più severe verso i paradisi fiscali e promuovere la formazione professionale per garantire le competenze per il ricambio generazionale”.
“Il mercato unico europeo è una grande opportunità che oggi necessita di attenzione e di un aggiornamento rapido – dichiara la candidata di Forza Italia, Cristina Andretta – La priorità è quella di non perdere quegli aspetti in cui l’Italia eccelle come la qualità e la tradizione. Il nostro Made in Italy va difeso e valorizzato. Si deve lavorare per una politica fiscale europea più equa che garantisca un trattamento più omogeneo altrimenti saremo sempre squalificati in partenza. Su 27 paesi membri ci sono ben 7 paradisi fiscali. È necessario lottare contro il “dumping” per sostenere il mercato interno e dare regole chiare a chi importa, semplificare la burocrazia per sostenere le imprese che oggi impiegano in media 312 ore all’anno solo per le formalità e dar loro concrete e rapide risposte. Il modello italiano non va ‘assorbito’ nell’Europa ma deve essere un valore aggiunto, un modello da considerare per salvaguardare rimanendo una specificità”.
A concludere i lavori è il presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, Oscar Bernardi: “I momenti di confronto e dibattito sono sempre molto importanti – dichiara – per questo mi complimento per l’organizzazione di questa serata rivolta ai nostri associati. Il mondo delle imprese ha bisogno di essere considerato sempre di più perché non possiamo continuare a rincorrere le disposizioni senza poter esprimere la nostra esperienza e la nostra realtà. È fondamentale avere interlocutori concreti, credibili e soprattutto che ascoltino anche la nostra voce”.
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