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02 maggio 2024

Conegliano

Confronto tra i filosofi Vattimo e Ghisalberghi

"Il pensiero debole" e la metafisica

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Confronto tra i filosofi Vattimo e Ghisalberghi

CONEGLIANO - E' entrata nel vivo l'attività culturale del Centro Humanitas di Conegliano. Il nuovo gruppo dirigente del circolo culturale, presieduto da Luigi Floriani, preside emerito del Liceo "Flaminio", è partito con un vero e proprio botto, come si suol dire.

Due personaggi, due filosofi hanno ragionato, hanno dibattuto argomenti non semplici, suscitando un interesse anche tra i non addetti ai lavori. E al prossimo appuntamento, fissato per mercoledì 11 dicembre, il Vescovo di Vittorio Veneto, Mons. Corrado Pizziolo presenterà il documento "Lumen Gentium" ( Luce, Lume delle Genti).

 

E' una delle quattro costituzioni del Concilio Vaticano II, approvato dai padri conciliari il 16 novembre 1964 e promulgato da Papa Paolo VI il 21 novembre del medesimo anno. Abbiamo chiesto al prof. Floriani di presentare i passaggi essenziali dei due filosofi. (PP) Confronto tra il "metafisico" ed il "pensiero debole". All'Auditorium "Toniolo" di Conegliano, sul tema "Fede e felicità, quale relazione?", venerdì 22 novembre si sono scontrati due big della filosofia: Gianni Vattimo (in foto) ed Alessandro Ghisalberti. Il primo, professore emerito dell'Università di Torino, é il principale esponente del "pensiero debole", il secondo ha lasciato da poco la cattedra di storia di filosofia medioevale all'Università Cattolica di Milano. Inizia il discorso, di fronte ad una sala attenta e gremita, il prof. Ghisalberti, che prende le mosse dal problema del male e dalla stessa ipotesi della negazione di Dio. Se vi è il male, Dio non esiste. Tuttavia non bisogna arrendersi a questa considerazione, non del tutto peregrina anche tra gli stessi filosofi. Esiste un disegno divino sul mondo, Dio vince il male, entra in relazione con esso, lo assume su di sé con l'Incarnazione e con la Redenzione.

Il problema del male, dunque, diventa problema di Dio che ne offre la soluzione attraverso un atto di amore. La porta della felicità vene così spalancata; il dolore e la sofferenza, che gravano nell'animo umano, trovano una risposta. Quando tocca la parola a Vattimo, ci si aspetterebbe un gesto di approvazione e di deferenza. Invece nulla: la disapprovazione è completa. Il discorso di Ghisalberti è, per Vattimo, quello tipico del "metafisico". Per lui esiste non solo Dio, ma anche un suo disegno, un'idea preconcetta di mondo e di storia divina. Non si può accettare un tale pregiudizio. In tal modo la verità viene consegnata da chi già la possiede e così non si è liberi e nemmeno Dio lo è. E' l'atteggiamento proprio dei "metafisici" che impongono la verità agli altri e distruggono l'avversario, mentre la verità dovrebbe rendere liberi. Metafisica, pertanto, uguale potere.

Anche Vattimo si sente cristiano ed in parte cattolico, ma ciò deriva dall'essere accolto in una comunità, in una tradizione, in una particolare cultura. Aderire, pertanto, a questa esperienza, avere fiducia e credere a ciò che ci è stato dato, senza bisogno di dimostrazione, questa è la felicità. Come si vede, due posizioni opposte, che hanno animato il dialogo ed il duro confronto. Di fronte a questi interventi non si può rimanere insensibili. Il concetto di "verità" può essere interpretato in modi diversi, cade lo steccato tra le categorie di "vero" e "falso" in ambito filosofico e culturale, ci si domanda quale possa essere il dialogo tra le filosofie e le culture, quale la possibilità di accordo, quale il significato di tradizione, di ricerca, di scienza, di filosofia, di religione e fede. Insomma prendere contatto con questioni che fanno parte della vita. Il pubblico, presente al "Toniolo", sembra di averlo capito. Soddisfazione anche per il Centro Culturale "Humanitas" di Conegliano che ha organizzato l'incontro.

 


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