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16 ottobre 2024

Treviso

Crisi del settore automotive, scatta lo sciopero: il 18 ottobre incrociano le braccia anche i lavoratori delle aziende della Marca

Sciopero di 8 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm e manifestazione a Roma per difendere l’occupazione del settore

| Isabella Loschi |

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Crisi del settore automotive, scatta lo sciopero: il 18 ottobre incrociano le braccia anche i lavoratori delle aziende della Marca

TREVISO - Sciopero di 8 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm e manifestazione a Roma venerdì 18 ottobre per difendere l’occupazione del settore automotive e delle imprese della componentistica e per costruire il futuro dell’industria dell’auto. La Fim Cisl Belluno Treviso aderisce alla mobilitazione: parteciperà alla manifestazione romana con una delegazione di una cinquantina di sindacalisti, delegati e lavoratori delle due province.

“Il settore della componentistica automotive, pilastro del nostro tessuto produttivo - afferma Alessio Lovisotto, segretario generale della Fim Cisl Belluno Treviso - richiede una particolare attenzione industriale e un incremento degli investimenti, sia pubblici che privati, in un momento così cruciale come quello della transizione energetica nel settore motori. Questo comparto rappresenta un asset strategico per i costruttori di automobili e per garantire la mobilità e la libertà di movimento delle persone, con una spesa - quella per l’auto - che costituisce la seconda voce di bilancio per le famiglie, dopo la casa”.

Il settore automotive è presente in provincia di Treviso con 45 aziende della componentistica che impiegano circa tremila addetti, producendo pezzi per Stellantis, ma anche per i marchi tedeschi come Audi, Bmw, Mercedes e Volkswagen, oggi colpiti da una crisi senza precedenti. Fra le realtà industriali più importanti, c’è la Sole di Oderzo, azienda produttrice di componenti in materiale plastico per il comparto automobilistico. Per i cinquecento dipendenti dallo scorso febbraio sono state attivate delle giornate di cassa integrazione ordinaria. La Irca Zoppas Industries, che conta 700 dipendenti in diversi settori fra cui l’automotive, registra un rallentamento tale da dover ricorrere alla cassa integrazione parziale. Un’altra realtà del settore, al momento non toccata dalla crisi, è la Silca di Vittorio Veneto, che produce anche chiavi per automobili.

Lovisotto sottolinea l’importanza di mantenere il controllo della filiera: “Presidiare la catena del valore significa non solo gestire la componente hardware, cioè i componenti fisici del veicolo, ma soprattutto lo sviluppo del software, che nelle auto di nuova generazione deve essere realizzato entro i confini europei per garantire la sicurezza e l’integrità del trasporto collettivo”. “Non abbiamo bisogno - conclude il segretario generale della Fim territoriale - di semplici ‘fabbriche cacciavite’, prive di un reale apporto tecnologico e cognitivo da parte dei lavoratori. Questi modelli produttivi non potrebbero competere nel lungo periodo con l’aggressiva concorrenza orientale, che sta riempiendo il mercato di auto a basso costo, frutto però di massicci investimenti da parte del governo cinese”.

I sindacati del settore che venerdì scenderanno in piazza ritengono indispensabili interventi urgenti sulle scelte strategiche del settore da parte della UE, mirate politiche industriali da parte del Governo e impegni industriali seri e coraggiosi da parte di Stellantis e delle aziende della componentistica.


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