Crollo in piscina a Castelfranco: “Il sindaco sapeva da anni quale fosse la situazione”
Andrea Bambace del M5S punta il dito sulla giunta Marcon. Mario Bertolo del CdA AEEP fa il punto sugli investimenti.
CASTELFRANCO VENETO – «Il sindaco sapeva da anni quale fosse la situazione delle piscine di Castelfranco: sono dieci anni che mi lamento con lui dello stato degli impianti e proprio perché ero pressante su questo tema ha chiuso i rapporti con me». Esordisce così Andra Bambace del M5S di Castelfranco commentando il crollo alla piscina cittadina dove il solaio dello spogliatoio femminile ha ceduto, fortunatamente di notte e senza fare vittime. «Ora se ne esce che sarà fiducioso sull’operato di Aeep ma è il Comune che deve decidere come e cosa fare – prosegue Bambace, riferendosi al Sindaco e prosegue -. Quanto successo è una tragedia annunciata, domani crollerà un pezzo da un’altra parte».
L’esponente del M5S affronta anche un’altra questione, quella di Antares, associazione che riunisce gli sportivi che frequentano le piscine di Castelfranco. «Antares a oggi è esclusa ed è stata ignorata. Il Sindaco non ha nemmeno considerato di aiutare quest’associazione che per farsi carico delle trasferte per gli allenamenti in altre piscine del circondario ha dovuto chiedere un contributo supplementare ad atleti e famiglie. Ma quando c’era da trovare i soldi per il trattorino a servizio dei campi da calcio sono stati trovati in breve tempo: evidentemente il calcio porta più voti del nuoto».
Sul tema delle piscine interviene anche Mario Bertolo in qualità di membro di minoranza nel CdA AEEP: «Ringrazio i M5S che mi hanno coinvolto per parlare di piscina in quanto membro di minoranza del CdA AEEP, visto che AEEP tramite l’Associazione Redipuglia Sport Center gestisce la piscina comunale. Naturalmente ne parlo a titolo personale e in totale libertà anche perchè non ho alcuna tessera di partito o movimento in tasca». Bertolo spiega che prima del crollo dei soffitti era previsto un intervento di ristrutturazione per il risparmio e l’efficientamento energetico: isolamento dello stabile, sostituzione infissi, installazione FTV sul tetto, interventi sugli impianti riguardanti la piscina coperta (caldaia, deumidificazione, sanificazione), ampliamento della vasca interna, per un importo totale di circa 3 milioni di euro.
«Quanto alla provenienza teorica dei 3 milioni – prosegue Bertolo -, circa 700.000 euro dalla Regione (progetto approvato ma non finanziato); circa 1 milione di euro dal GSE per efficientamento e risparmio energetico; circa 1.000.000 dal Coni come mutuo a tasso zero restituibili in 15-20 anni e circa 300.000 messi dal Comune di Castelfranco Veneto. I tempi di realizzazione, circa 1 anno, del quale ottimizzando i tempi e scadenzando gli interventi tra interni ed esterni, per soli 4-5 mesi la piscina dovrebbe rimanere inagibile». Bertolo precisa che dopo il crollo la situazione è cambiata: «Lo stato di conservazione della zona ingresso, ricevimento, uffici e spogliatoi consiglia l’abbattimento e la ricostruzione: abbattere e ricostruire potrebbe costare più o meno 7-800.000 euro. Cifra che comunque sarebbe a carico dell’Amministrazione con mutuo o altro finanziamento».
Una situazione che apre degli interrogativi sia secondo il M5S che a detta di Bertolo. Vale la pena spendere complessivamente 3milioni e 800 mila euro per continuare ad avere una piscina vecchia di 50 anni o è il caso di pensare alla demolizione, per costruire delle strutture nuove? Sia Andrea Bambace che Mario Bertolo reputano che sarebbe meglio costruire un impianto nuovo e altrove ma vanno considerati alcuni aspetti. “Conviene costruire le strutture dove ora ci sono i campetti, quindi a ridosso dell’attuale struttura per poter continuare a usare la vasca esterna e «garantirsi i contributi dal GSE e dalla Regione che eventualmente vengono assegnati per questa piscina».
Quanto alle attività durante il cantiere, Bambace e Bertolo reputano che usare dei prefabbricati a servizio delle vasche da adibire a spogliatoi sia realistico ma: «Bisogna vedere se la vasca interna supererà la perizia tecnica – precisa Bambace – infatti, se fosse ritenuta non sicura, decade anche questa ipotesi e tocca pensare a nuove soluzioni. A ogni modo pensando in positivo se la vasca coperta resta agibili, dato che i container costernano 7 o 8 mila era al mese, tocca chiedersi se saranno aumentate le tariffe per gli utenti? L’unica certezza è che Castelfranco merita impianti migliori e magari con uno “spazio acqua” maggiore che consenta di aumentare l’utenza e quindi anche gli introiti, per sostenere adeguatamente i costi degli impianti».
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